La Regione Lazio paga un carico di 10 milioni mascherine che però svaniscono nel nulla. Sulla vicenda, finita all’attenzione del Consiglio regionale, indaga la Corte dei Conti per evidenziare eventuali responsabilità sulla vicenda.
10 milioni di mascherine svanite nel nulla. Il carico, destinato alla Regione Lazio e pagato con un anticipo di oltre 11 milioni di euro di fondi pubblici, non è mai arrivato a destinazione. Secondo quanto riporta Roma Today, a metà marzo l’Agenzia regionale della Protezione civile entra in contatto con una ditta per avere, entro una decina di giorni, un carico di mascherine FFP2, a 3,60 euro l’una; FFP3, a 3,90 euro l’una; e chirurgiche, a 0,58 centesimi l’una. I dispositivi, preziosissimi in particolar modo per gli operatori sanitari, dovevano essere spedite entro il 18 marzo e fatte arrivare a destinazione in più tranche entro il 30. Una spesa totale di 35 milioni e 819 mila euro e un anticipo già versato sulle prime due partite di 11 milioni e 346mila euro.
La ditta in questione, produttrice di lampadine e materiale elettrico all’ingrosso, è la EcoTech srl, con sede a Frascati, e con un socio al 49%, Pan Hongyi, operante in Cina, nella città di Ningbo. L’azienda, però, non rispetta i termini fissati per l’arrivo delle mascherine rinviando continuamente la data di consegna e fornisce il numero di volo di un aereo che dovrebbe trasportare il carico. Ma sono solo parole: su quel volo non c’è niente. Pertanto, la Regione Lazio revoca del contratto con richiesta di restituzione del 50% anticipato e come penale la cifra nel frattempo elargita a un’altra azienda subentrata nell’affidamento: 730mila euro, un costo decisamente più basso, per la stessa tipologia di fornitura.
I vertici operativi della EcoTech sono stati convocati nella sede dell’Agenzia regionale della protezione civile. Si è deciso di concedere alla società altro tempo per completare la propria commessa, con scadenza rinviata al 17 aprile. In caso di ulteriore inadempimento, fanno sapere dalla Regione, “è stata stipulata una polizza assicurativa che consentirà di recuperare la somma già anticipata”. Anche perché, tra l’altro, l’anticipo versato dalla Regione è già stato versato ai fornitori in Cina. Secondo i responsabili della Eco Tech, il materiale “esiste e si trova bloccato in Cina”. Secondo quanto comunicato dall’Ente regionale, la società avrebbe presentato certificazioni Sgs che documentano la disponibilità nei magazzini cinesi di circa 20 milioni di mascherine, una parte destinati anche alla Regione Veneto.
Indaga la Corte dei conti
Una vicenda complicata su cui, informa Il Fatto quotidiano, sta indagando La Corte dei Conti. Il procuratore regionale Andrea Lupi ha aperto un fascicolo che curerà in tandem con il magistrato Alfio Vecchio. “Ci sono stati problemi con i voli charter” – è stata una delle giustificazioni fornite dalla EcoTech. In questa situazione di crisi internazionale, i voli finiscono all’asta e vengono prenotati anche all’ultimo minuto da chi offre di più. D’altra parte la società di Frascati, precisa: “Non siamo dei truffatori, non abbiamo fregato nessuno: ci siamo e ci prendiamo le nostre responsabilità”.
A sollevare i dubbi, specie da parte delle opposizioni, il fatto che la società intermediaria ha solo di recente modificato la sua mission, fino a poche settimane fa indirizzata alla sola vendita di lampade led di design. Secondo la Regione Lazio, la EcoTech si è proposta come intermediaria affermando di di essere partner della Exor – la nota holding olandese della famiglia Agnelli che ingloba Fca, Juventus, Ferrari e il gruppo Gedi – e distributore ufficiale della 3M, altra multinazionale famosa per i post-it ma impegnatissima in dispositivi medici. Ma, a detta di quest’ultima, la EcoTech non risulta presente nell’elenco dei partner; mentre esiste un fornitore con lo stesso nome e ragione sociale, ma ha sede a Cesena. La 3M spa ha poi specificato che l’azienda è impegnata in continue forniture di milioni di mascherine alla protezione civile nazionale, senza l’ausilio di intermediari. “È bene premettere che non ci troviamo davanti a nessuna truffa” commenta invece la regione Lazio in una nota, secondo cui la società non sarebbe sparita nel nulla ma quotidianamente in contatto con la protezione civile. Le procedure eseguite, dunque, sarebbero legittime.
Zingaretti e il rinnovo a Umberto Gentiloni
Intanto il segretario del PD Nicola Zingaretti è finito sotto accusa per un’altra questione: il rinnovo della consulenza individuale al professor Umberto Gentiloni Silveri. La motivazione, spiega Il Giornale, è la seguente: “Esigenze del presidente in materia di valorizzazione della storia e della memoria del Territorio della Regione Lazio e per l’ideazione e la promozione di progetti ed iniziative finalizzati alla trasmissione della conoscenza storica”.
Il professor Gentiloni, docente di Storia Contemporanea a La Sapienza e cugino dell’ex Premier Paolo, svolge l’incarico da settembre 2018, quando fu nominato soggetto esterno all’amministrazione regionale. Il costo della consulenza ammonta a 40mila euro lordi l’anno, importo massimo che l’ente può stanziare per gli incarichi di consulenza fiduciaria. Il 26 marzo, un giorno prima della scadenza del contratto, nonostante nel Lazio ci siano quasi 2100 casi accertati di Coronavirus, la Regione decide di prorogare l’incarico di ulteriori 18 mesi. I consigli dell’accademico su “progetti e iniziative” costeranno pertanto all’ente altri 60mila euro.
Secondo l’opposizione, una spesa che poteva essere evitata specie in un momento di emergenza, durante il quale tutti gli sforzi economici e i provvedimenti regionali dovrebbero essere a favore delle imprese e dei cittadini. “Valorizzazione della storia e della memoria della nostra Regione? Un atto del quale fatichiamo a trovare la necessità e l’urgenza se non dettata dal peso del cognome”, protesta Chiara Colosimo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. L’esponente di centrodestra ha denunciato come provvedimenti di questo tipo, oltre che a far gridare allo scandalo, sono una totale mancanza di rispetto nei confronti di coloro che da questa crisi ne usciranno senza più certezze sia economiche che sociali.
Fonte: Il Giornale, Il Fatto, Roma Today