La Grecia si sta dimostrando uno dei paesi europei più avanti nella battaglia contro il Coronavirus. Merito della tempestività con la quale il governo ha adottato misure drastiche come la chiusura delle scuole e lo stop agli eventi pubblici.
Cosa sarebbe successo se Conte avesse scelto il lockdown tre settimane prima? Cosa sarebbe successo se quel ritardo di venti giorni non ci fosse stato? Meno morti? Meno contagi? Di fatto, soltanto ad oggi – a più di un mese da quando sono scattate nel nostro Paese le misure restrittive – iniziamo a vedere i risultati dei nostri sforzi. Le terapie intensive sembrano svuotarsi, i guariti aumentano, e i contagi sembrano ormai essersi avviati verso la discesa, dopo il famigerato “plateau”, a detta degli esperti. Tuttavia, le colpe si pagano e i ritardi anche. E se nel resto del mondo sono diversi i Paesi che guardano al modello italiano per fronteggiare l’epidemia da Covid-19, c’è anche chi – in Europa – potrebbe insegnarci qualcosa.
Rispetto al resto d’Europa, la Grecia è il Paese che, almeno per il momento, sembra essere riuscita a contenere la diffusione del Coronavirus. A guardare i dati dell’agenzia Nova, la Grecia ha registrato soli due decessi da nuovo Coronavirus nelle ultime 24 ore, portando il numero totale a 83 dall’inizio dell’epidemia. Numeri che l’Italia non vede da un pezzo, abituata – purtroppo – ogni giorno a confrontarsi con stime elevatissime. Solo ieri, infatti, i contagi sono stati più di 500. Ma fin dall’inizio dell’epidemia, il numero dei decessi è stato elevatissimo, raggiungendo e superando anche i mille al giorno. Quanto ai contagi in Grecia, il portavoce del Ministero della Sanità, Sotiris Tsiodras, ha reso noto che ci sono 52 nuovi casi confermati. Totale, 1.884 casi. Tsiodras ha poi dichiarato che le autorità sanitarie greche hanno effettuato 32.528 tamponi a livello nazionale.
Chiusura al primo caso
Il primo caso di Covid-19 in Grecia risale al 27 febbraio, poco dopo Codogno. Ma a differenza dell’Italia, la Grecia ha agito subito chiudendo scuole e cancellando le manifestazioni, compreso il carnevale a fine febbraio. “Le nostre scuole hanno chiuso prima che ci fosse il primo morto. La maggior parte dei Paesi hanno chiuso una o due settimane dopo aver pianto la perdita di dozzine di persone“, ha spiegato dichiarato il primo ministro Kyriakos Mitsotakis in una sessione parlamentare.
Sulla carta, a fine febbraio, la Grecia si presentava come la vittima ideale della pandemia, a causa del suo sistema sanitario in rovina e della diffusa crisi economica che si trascina dietro da anni. Ci si aspettava, quindi, un numero elevatissimo di contagi e di decessi. Invece, così non è stato.
Ma i meriti vanno anche all’Italia. Per la Grecia, la lezione che proveniva dall’Italia è stata fondamentale, come riporta il Corriere della Sera, che cita le dichiarazioni del ricercatore dell’Imperial College di origine greca, Filippos Filippidis, rilasciate al Greek Reporter: “La Grecia è stata, in un certo senso fortunata ad assistere al dramma mentre avveniva in Italia. L’Europa non ha preso sul serio il caso cinese perché troppo lontano e troppo differente. Invece, per tutti i greci, l’Italia era impossibile da sottovalutare. Così il governo ha reagito in fretta e più efficacemente della maggioranza dei partner europei.
Per una volta la Grecia sta dando lezione ai primi della classe del Nord Europa. In rapporto alla popolazione, si tratta di una percentuale di contagi e decessi molto bassa. In Olanda ci sono 1122 infetti ogni milione di abitanti, in Germania 1200, in Austria 1400, in Belgio 1447, in Grecia appena 163. Un disastro evitato, visto che se il Covid-19 fosse circolato nel Paese – per via dei tagli alla sanità imposti dalle misure d’austerità – il risultato sarebbe stato catastrofico. Infatti, negli ospedali greci mancano personale, materiali e attrezzature. I posti in terapia intensiva erano appena 560 il mese scorso, anche se ora il governo li ha portati a 910 e ha assunto oltre 4.000 medici e infermieri extra.
Fonte: Il Corriere, Agenzia Nova