Si rafforza all’interno del Paese il fronte a favore delle nuove emissioni di debito comune. Duro l’editoriale del direttore del settimanale tedesco Der Spiegel, Steffen Klusmann.
Germania e Francia allineate; dall’altra parte l’Italia. E’ questo uno degli schieramenti più netti emersi nella giornata di ieri, durante l’incontro dell’Eurogruppo durato sedici ore – in videoconferenza – e conclusosi con un nulla di fatto. Le questioni principali, su cui non c’è incontro, sono due: il Mes e i Coronabond. I due Ministri francesi e tedeschi – rispettivamente Le Maire e Scholz – sono d’accordo al Meccanismo europeo di stabilità, con condizionalità. Condizionalità che invece l’Italia non vuole e non può permettersi. Oggi, il gruppo riprova a uscire dallo stallo visto che è prevista a breve la nuova videoconferenza dei Ministri economici. Secondo quanto emerge, riporta Agi, al momento la situazione rimane ferma: rimangono le resistenze del blocco rigorista del Nord sull’emissione di titoli di debito comuni come chiesto dall’Italia, che respinge l’ipotesi di utilizzare il Mes.
Intanto, il fronte di politici ed economisti, italiani e tedeschi, che nei giorni scorsi aveva formulato un appello comune a Merkel per promuovere dei “Bond europei per la Sanità” aumenta. La proposta, informa Repubblica, era stata presentata da tre parlamentari europei dei Verdi tedeschi: Sven Giegold, Alexandra Geese e Franziska Brantner. Nella lettera, sottoscritta anche da diversi esponenti della Sinistra come Monti, Letta e Bonino, si punta sull’emissione di European Health Bonds, cioè Titoli Obbligazionari Europei a supporto della Sanità, che abbiano un obbiettivo comune, chiaro, definito.
Ma un durissimo affondo contro Angela Merkel è arrivato anche da Steffen Klusmann, direttore del Der Spiegel, la rivista settimanale tedesca con la maggior tiratura in Germania. “Il rifiuto degli eurobond da parte della Germania è non solidale, ed è gretto e vigliacco”, scrive Klusmann nel titolo invitando il suo Paese a ricordarsi chi ha cofinanziato la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra. “O il governo tedesco davvero non si rende conto di quello che sta rifiutando con tanta noncuranza, oppure ha paura che il partito populista possa strumentalizzare gli aiuti ai vicini europei per la propria propaganda”, scrive nell’editoriale.
“Non esistono alternative”
L’attacco poi prosegue direttamente contro la Merkel, colpevole di insinuare che dietro la faccenda dei Coronabond ci sia qualcosa di marcio, sostenendo che alla fine sarebbero i contribuenti tedeschi a dover pagare, in quanto gli italiani non sarebbero mai stati capaci di gestire il denaro. “Non c’è un un sentimento di vicinanza e solidarietà. L’enorme violenza della pandemia ha comportato una vera e propria tragedia umana e medica in Italia e in Spagna“, scrive Klussman secondo cui non esistono alternative agli Eurobond in una crisi come questa. “Apparire come il guardiano della virtù finanziaria in una situazione del genere è gretto e meschino”, prosegue.
Secondo il direttore del settimanale tedesco, Berlino può permettersi l’onere dei Coronabond; mentre Roma, se fosse lasciata sola, presto non sarebbe più in grado di prendere in prestito denaro sul mercato finanziario, dato che i tassi di interesse sarebbero troppo alti. “Se gli europei non danno immediatamente il segnale che stanno lavorando insieme per contrastare questa crisi, sarà una vera festa per i populisti, i nemici dell’UE“, prosegue l’attacco. Gli stati come Italia o Spagna, scrive Klussman, sono troppo grandi da poter essere salvati con gli strumenti esistenti come il Fondo europeo di salvataggio MES, i cui 410 miliardi di Euro non basterebbero a lungo neanche alla sola Italia. Inoltre, gli aiuti del MES sono legati a condizioni, che non avrebbero senso nel caso di uno shock come quello del Covid-19.
Sarebbe quindi più onesto ed efficace accogliere l’ultima proposta francese, che oramai sembra trovare anche il consenso degli scettici degli Eurobond: i Coronabond. “Darebbero un chiaro segnale ai mercati finanziari, ma anche ai cittadini europei. Sarebbe la prova che non ci abbandoniamo l’un l’altro in tempi di maggiore bisogno, e che l’Europa è più di una mera alleanza di egocentrici”, conclude.
Fonte: Agi, Repubblica, Der Spiegel