Un incontro durato 16 ore e conclusosi con un nulla di fatto. L’Eurogruppo – centro di coordinamento europeo che riunisce i Ministri delle finanze dei 19 Stati membri dell’eurozona – chiamato a fronteggiare la crisi economica e a trovare un accordo su Mes ed Eurobond, è stato rinviato a giovedì.
“Dopo 16 ore di discussione ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà giovedì”. Con queste parole, in un Tweet, il Presidente Mario Centeno ha reso noto che il dibattito, durato a lungo in modalità videoconferenza, si è concluso con un nulla di fatto. Nessun accordo è stato infatti raggiunto per fronteggiare la crisi economica scaturita dall’emergenza pandemica, e l’incontro è stato rinviato a giovedì.
After 16h of discussions we came close to a deal but we are not there yet.
I suspended the #Eurogroup & continue tomorrow, thu.
My goal remains: A strong EU safety net against fallout of #covid19 (to shield workers, firms &countries)& commit/ to a sizeable recovery plan pic.twitter.com/kGHoURgdrv— Mário Centeno (@mariofcenteno) April 8, 2020
La riunione, informa Ansa, è iniziata nel primo pomeriggio, chiaramente in videoconferenza. I Ministri dell’Economia della zona euro hanno discusso per ore, ma lo scenario conclusivo è stato un buco nell’acqua. Troppe divisioni, troppi contrasti, e una contrapposizione feroce tra due blocchi: Nord e Sud. Da una parte Germania, Olanda, Austria, Finlandia: quelli che, per intenderci, seguono la strada dell’UE senza intenzione di cedere a compromessi. Dall’altra ci sono Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda: i paesi che soffrono più degli altri l’emergenza e che meno in linea con le regole europee di bilancio.
La posizione dell’Italia è chiara. Nel caso in cui si dovesse ricorrere al Mes – ovvero ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità – non devono esserci condizioni. Quelle condizioni, rigorosissime, che mettono in dubbio e creano scetticismo sull’applicabilità del Mes. Il Ministro italiano Roberto Gualtieri si è fatto interprete dell’idea di Roma: nessun piano di rientro a emergenza finita, nessuna austerità, nessun vincolo.
Oltre al Mes senza condizioni, Roma cerca di insistere anche sulla proposta avanzata con la Francia di un Fondo europeo di rinascita creato con emissioni di debito comune. La proposta viene dal Ministro francese Bruno Le Maire, che tuttavia, a differenza del Governo italiano, accetterebbe un ricorso al Mes con bassa condizionalità, ma esige che il documento finale dell’Eurogruppo comprenda il fondo proposto con Roma e non solo con un vago accenno. Anche su questo punto, però, nessun accordo. La posizione della Francia, in verità, resta compromissoria e ambigua distante dalle rassicurazioni del presidente Emmanuel Macron, che solo pochi giorni fa aveva assicurato, almeno a parole, un pieno appoggio alle ragioni dell’Italia.
Amareggiato, Gualtieri, su Twitter riferisce l’assenza di accordo ribadendo che questo è il momento della responsabilità comune, della solidarietà, e di scelte coraggiose e condivise.
Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’#Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all'altezza della sfida del #COVID19.
È il momento della responsabilità comune, della #solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise. pic.twitter.com/QuLbQOZa1y— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) April 8, 2020
Nel pacchetto, oltre al Mes con condizionalità meno rigide, si richiedevano crediti per 240 miliardi di euro in totale, per ogni paese il 2 per cento del pil, di cui 39 miliardi all’Italia. Inoltre, un intervento della Banca europea per gli investimenti – 200 miliardi per le piccole e medie imprese; e il piano per la disoccupazione (Sure) della Commissione europea – 100 miliardi per sostenere la cassa integrazione nei paesi membri. In tutto, 500 miliardi di euro. Una cifra troppo esigua per i Commissari europei Paolo Gentiloni e Thierry Breton, che hanno firmato insieme un testo sul “fondo europeo di rinascita”. L’obiettivo è quello di mobilitare il 10 per cento del pil europeo, 1500 miliardi di euro, che in proporzione è quanto ha mobilitato la Germania per le sue esigenze nazionali. Ma il loro piano non è stato approvato neanche da tutta la Commissione.
A bloccare ogni ipotesi di flessibilità c’è anche l’Olanda, contraria da sempre agli Eurobond. “L’Olanda era e resta contraria agli Eurobond perché aumentano i rischi per l’Europa invece di ridurli”, spiega il Ministro dell’Economia Wopke Hoekstra sul suo profilo Twitter, aggiungendo: “La maggior parte dei Paesi dell’eurozona sostiene questa linea”. Inoltre spiega: “Non c’è ancora un accordo sull’uso del Mes. E’ troppo presto per un pacchetto completo. Questa è prima di tutto una crisi sanitaria. E’ importante che l’Europa renda disponibili fondi extra”.
Very long, intense and also constructive #Eurogroup about this #coronacrisis that affects us all.
We’re dealing primarily with a health crisis and it’s important that Europe makes funds available. We also agreed on EIB support for our struggling companies and entrepreneurs.
— Wopke Hoekstra (@WBHoekstra) April 8, 2020
Sulla stessa scia la Germania, tanto che la rivista Der Spiegel non ha perso tempo per andargli contro. “Rifiutando gli eurobond, la Germania dimostra egoismo, ostinazione e codardia”, scrive nell’editoriale il caporedattore Steffen Klusmann. D’altro canto, Parigi e Berlino sono parse ancora allineate. I due Ministri, Le Maire e Scholz, sono d’accordo sulla formulazione del testo di conclusioni: sosterrebbero quindi il Mes, con condizionalità ultraleggere, e un riferimento al fondo di solidarietà, ovvero la via francese agli Eurobond. Isolata, l’Italia, che chiede un Mes senza condizioni, mentre il Ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz spera che prima di Pasqua ci sia un risultato ed è “fiducioso” che si arriverà ad un accordo.
In dieser schweren Stunde muss #Europa eng zusammenstehen. Gemeinsam mit @BrunoLeMaire rufe ich deshalb alle Euroländer auf, sich einer Lösung dieser schwierigen Finanzfragen nicht zu verweigern und einen guten Kompromiss zu ermöglichen – für alle Bürgerinnen und Bürger #Corona.
— Olaf Scholz (@OlafScholz) April 8, 2020
Ed ecco che, a ripresa, il tweet di Le Maire per fare appello agli Stati Europei:
Après 16 heures de négociations, pas d’accord à l’#Eurogroupe sur la réponse économique à la crise du #coronavirus. Nous reprenons demain. Avec @OlafScholz, nous appelons tous les États européens à être à la hauteur des enjeux exceptionnels pour parvenir à un accord ambitieux.
— Bruno Le Maire (@BrunoLeMaire) April 8, 2020
A centrare il punto, comunque,è stata la leader dei Socialisti e dei democratici al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez, “Spero vivamente che domani tutti i ministri delle finanze dell’Eurozona saranno in grado di pensare al nostro futuro insieme”, dice sui social. Altrimenti, il rischio è che la crisi del Covid-19 potrebbe diventare una crisi politica dell’Intera Unione. “I cittadini europei non capiranno se l’Ue non agirà”, sottolinea Garcia, appellandosi ai ministri per “una solida risposta europea alla crisi, basata sulla solidarietà”.
🎙️ @IratxeGarper en @24horas_rne: Solo con una Europa fuerte podemos estar preparados ante una crisis como esta. Es una crisis global que nos ataca a todos y debemos estar más unidos que nunca.
Se están dando algunos pasos, pero tenemos que seguir trabajando.#FuertesYUnidos
— PSOE (@PSOE) April 7, 2020
E infatti, a ben vedere, l’Europa scricchiola.
Chiara Feleppa
Fonte: Ansa, Council of the EU