Luci puntate sul Pio Albergo Trivulzio di Milano dove sono morti improvvisamente 70 anziani. Ora anche il ministero della Sanità si sta muovendo per fare chiarezza.
Il Pio Albergo Trivulzio di Milano rappresenta una delle case di riposo più famose d’Italia. Ha una gestione congiunta con il Comune di Milano e i consiglieri di amministrazione vengono, infatti, nominati congiuntamente. Qualche giorno fa – in un articolo di Repubblica – ha raccontato che all’interno della struttura, nel giro di poco tempo, sono deceduti 70 anziani e che la struttura avrebbe cercato di occultare la diffusione del Covid 19. Nessun tampone effettuato, nessun trasferimento in ospedale, anziani lasciati morire all’interno della struttura come se nulla fosse. Addirittura l’esonero, il 3 marzo scorso, di uno dei geriatri più qualificati d’Italia, il professor Luigi Bergamaschini, che aveva autorizzato l’uso delle mascherine per il personale. In seguito a questo articolo si sono accesi i riflettori sulla casa di riposo. Il viceministro alla Sanità, Pierpaolo Sileri – riportava la Repubblica – aveva annunciato di aver aperto una pratica interna e che sarebbero stati inviati i Nas per i dovuti accertamenti. “Voglio anche consultarmi con il ministro Roberto Speranza, credo che un’ispezione sia utile” ha detto. E così è stato. Il Governo ha inviato una squadra di ispettori e anche la procura di Milano ha aperto un fascicolo.
Intanto il Pio Albergo Trivulzio si è già mosso per assicurare la trasparenza dei dati forniti. La nota ufficiale riporta che i decessi avvenuti nel primo trimestre del 2020, tenendo conto anche degli anziani ricoverati per vari motivi, è assolutamente in linea con il numero di decessi degli anni precedenti: 170 nel 2020 contro 165 del 2019. Nel mese di marzo 2020 sono risultati 18 decessi in più rispetto al corrispondente mese del 2019. Una situazione che – secondo i gestori della struttura – non si configura come strage nascosta ma conferma che nel ricovero non vi sia una situazione fuori controllo. Tuttavia all’interno dell’istituto gli anziani continuano a morire. Infatti, oltre ai 70 morti del mese di marzo – spiega la Repubblica – se ne sono aggiunti altri 30 solo nella prima settimana di aprile. L’obitorio del Trivulzio è ormai pieno al punto che anche altre stanze sono state adibite ad ospitare le bare. Ad occuparsi della camera mortuaria è stata incaricata la dottoressa Vasaturo che ha preso il posto del signor Riganti.
Nei giorni scorsi le residenze per anziani erano state già oggetto di duri scontri tra alcuni sindaci Dem e il Governatore di regione Lombardia Attilio Fontana. I sindaci accusavano il Governatore di aver abbandonato a loro stesse queste strutture. Opinione condivisa anche da Luca Degani, presidente lombardo dell’associazione Uneba, il quale ha dichiarato: “Le Rsa sono state lasciate sole da Regione Lombardia”.
Ora anche il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova è intervenuta sulla questione chiedendo che si faccia chiarezza al più presto. “Le morti al Pio Albergo Trivulzio sono una stretta al cuore. Serve una commissione d’inchiesta, come ha chiesto Matteo Renzi”. E il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha chiesto una maggiore stretta sulle Regioni le quali dovranno comunicare, attraverso la Protezione civile, le condizioni delle Rsa.
E il Trivulzio non è l’unica struttura per anziani al centro delle polemiche. Nei giorni scorsi – riportava Il Giornale – anche la Fondazione Don Gnocchi è stata oggetto di un’indagine guidata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. La denuncia contro l’istituto era partita dai lavoratori i quali accusavano la direzione del Don Gnocchi di aver tenuto nascosta la diffusione del Coronavirus tra gli operatori e di aver negato loro l’utilizzo delle mascherine. Mentre nella Residenza Borromea di Mediglia, nel giro di poco, sono morti 52 anziani. Ora i parenti chiedono si faccia luce sui fatti.
Fonte: Repubblica, Il Giornale