Lo ha stabilito con una sentenza l’Alta Corte australiana, che ha completamente ribaltato la sentenza di condanna a sei anni emessa nell’agosto del 2019. Il Cardinale è stato immediatamente scarcerato
L’ex consigliere di Papa Francesco e ed ex Capo per la Segreteria dell’Economia Vaticana, il Cardinale George Pell, è stato prosciolto dalle accuse di pedofilia da una sentenza emessa dall’Alta Corte australiana. Come spiega Il Fatto Quotidiano, l’alto prelato, era stato condannato a sei anni dalla Corte d’Appello nell’agosto del 2019, che aveva difatti confermato la condanna del dicembre del 2018 del Tribunale di Melburne. Bell, ha già lasciato il carcere di massima sicurezza di Barnow, dove ha scontato 12 mesi delle precedente condanna, ed è stato trasferito presso un istituto religioso di Melbourne. L’Alta Corte, il grado più alto di giudizio delle giustizia australiana, ha deciso all’unanimità, sette giudici su sette, che esiste una ragionevole possibilità che il reato non sia mai avvenuto. Spigano i giudici nelle sentenza: “Esiste una possibilità significativa, che una persona innocente sia stata condannata”.
Secondo l’Alta Corte, per tutti e 5 i capi di imputazione c’erano molti dati di fatto a favore dell’imputato che la giuria non ha considerato. Evidenze descritte anche da uno dei tre giudici delle sentenza della Corte d’Appello dell’anno scorso, che aveva votato contrariamente alla conferma della condanna. In base al diritto anglosassone, la condanna viene sentenziata soltanto se esiste la certezza del reato oltre ogni ragionevole dubbio. Secondo i giudici australiani, il Cardinale Bell, non avrebbe avuto nè il tempo materiale nè l’occasione di commettere i reati contestati. I fatti risalgono al 1996: Bell ricopriva la carica di Arcivescovo di Melbourne e avrebbe abusato di due coristi 13enni dopo una messa. L’accusa si basa sulla confessione, avvenuta a porte chiuse, di soltanto uno dei due: l’altro è deceduto a causa di un overdose nel 2014.
Come aggiunge HuffingtonPost, l’Alta Corte ha inoltre aggiunto: “La giuria, agendo razionalmente in base al complesso delle prove, avrebbe dovuto avere un dubbio a riguardo della colpevolezza del ricorrente per ognuna delle offese per cui è stato condannato”. Dopo la sentenza il Cardinale Pell, che ha sempre sostenuto la sua innocenza, ha rilasciato alcune dichiarazioni, cosa che non faceva dal dicembre del 2018, sul caso: “Ho sempre mantenuto la mia innocenza,è stata corretta una grave ingiustizia”. L’alto prelato ha inoltre detto di non provare risentimento nei confronti del suo accusatore: “La base della guarigione a lungo termine è la verità e l’unica base della giustizia è la verità, perché giustizia significa verità per tutti”. Il Cardinale Pell, che ha 78 anni, ha lasciato ogni incarico in Vaticano, ma ha tenuto il titolo di Cardinale e rimane dunque un possibile elettore di un prossimo conclave. La Congregazione della Dottrina della Fede aveva aperto nei suoi confronti un procedimento canonico che verrà probabilmente chiuso alla luce della nuova sentenza.
Il caso ha avuto un alto impatto nell’opinione pubblica australiana e la sentenza è stata commentata anche dal Primo Ministro Scott Morrison: “La decisione dell’Alta Corte deve essere rispettata, continuare a discutere di queste cose non fa altro che causare molto dolore a molti australiani e quando queste cose accadono, i miei pensieri sono sempre con loro”. Stamane Papa Francesco ha iniziato la messa celebrata nella Chiesa di Santa Marta con queste parole: “Voglio pregare oggi per tutti quelli che soffrono per ingiuste sentenze”. Il Pontefice ha poi ricordato come anche Gesù sia stato perseguitato anche se innocente.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, HuffingtonPost