Il virologo Andrea Crisanti, per contenere la diffusione del Coronavirus, consiglia di utilizzare mascherine e guanti anche in casa e di stare il più separati possibile anche tra le mura domestiche.
Vivere da “separati in casa”, in poche e semplici parole è questa la proposta del virologo Andrea Crisanti per contenere, il più possibile, la diffusione del Coronavirus. E – altra raccomandazione – utilizzare le mascherine e i guanti anche tra le mura domestiche. Il professor Crisanti – intervistato dal Corriere della Sera – ha spiegato che negli ospedali, si stanno manifestando “contagi a grappolo”. Ovvero si ammalano, a turno, diversi membri della stessa famiglia. Per questo lui ritiene opportuno che, anche chi vive sotto lo stesso tetto, stia isolato il più possibile da tutti gli altri. Sulla base di uno studio sulla situazione nel comune veneto di Vo’ Euganeo condotto da due gruppi di ricerca, uno a Padova e uno a Londra, è emerso che se in una famiglia un membro è infetto da Covid 19, le possibilità di contagio sono fino a 84 volte superiori. Mentre se le persone si isolano, la capacità di riproduzione del Coronavirus scende drasticamente passando da 2 a 0,2.
Ma oltre ai risultati delle ricerche, il professor Crisanti offre anche interessanti spunti per evitare un’ulteriore propagazione dell’infezione virale. La prima proposta dello scienziato è quella di andare nelle abitazioni e fare il tampone a tutti coloro che accusano i sintomi del virus seppur in forma lieve. Uno dei principali problemi dell’Italia, infatti, è proprio il gran numero di asintomatici che, non sapendo di essere infetti, possono contagiare una moltitudine di altre persone. Infatti, già un paio di settimane fa – riportava SkyTg24 – Crisanti sosteneva che, solo in Lombardia, ci fossero almeno altri 250.000 malati di Coronavirus ma non conteggiati in quanto asintomatici. Più altri 200.000 ai quali non era stato fatto il test e che, quindi, non erano presenti nelle cifre ufficiali perché con sintomi lievi.
La seconda proposta di Crisanti è di isolare tutte le persone positive al Coronavirus ma non mettendole negli ospedali, già al collasso, bensì sfruttando gli alberghi che, al momento, non possono lavorare. Persone, ovviamente, che non richiedono intubazione o ricovero in terapia intensiva o subintensiva. “I lazzaretti sono quanto di più distante dal mio ideale. Ma in questa situazione i muri servono per salvare”. Ha specificato il professore. E per quanto riguarda la situazione sociale, lavorativa ed economica dell’Italia, il virologo sostiene la necessità di programmare una graduale riapertura di uffici a attività, partendo dalle zone meno colpite come, ad esempio, la Sardegna. Per lasciare per ultime le zone più martoriate dal virus come la Lombardia e, in particolare la provincia di Bergamo. Queste le parole di Crisanti: “Bisogna essere tempestivi. perché il male peggiore nella lotta al Coronavirus è stata la burocrazia. Si poteva fare tanto e da subito”.
Fonte: Corriere della Sera, SkyTg24
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