Coronavirus le Sardine battono un colpo e dicono che è ora della Patrimoniale

Il leader delle Sardine, Mattia Santori, propone d’introdurre una tassa sul patrimonio per superare la crisi legata all’emergenza Coronavirus.

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L’emergenza Coronavirus che ha colpito l’Italia negli ultimi 2 mesi aveva lasciato cadere un po’ nel dimenticatoio le Sardine, il movimento fondato dal ricercatore bolognese Mattia Santori. Santori era intervenuto solo sporadicamente, prima con un flashmob a base di baci e abbracci in Friuli e poi, invece, per invitare le persone a rispettare le direttive del Governo e restare a casa al fine di evitare la diffusone del virus. Ora il 32enne di Bologna è tornato negli studi televisivi de La7, ospite della trasmissione Otto e Mezzo di Lilli Gruber, per fare una proposta: una tassa sul patrimonio per uscire dalla crisi economica legata al Coronavirus. Per il leader delle Sardine la patrimoniale sarebbe un “patto di solidarietà” che andrebbe richiesto a tutti: ricchi e non ricchi. “Se sono molto ricco e do l’1% del mio patrimonio per chi sta peggio, è qualcosa che mi tornerà indietro ma anche se non sono ricco. Se non la chiamassimo patrimoniale i cittadini sarebbero meno reticenti”. E si mostra piuttosto perplesso e poco fiducioso in ipotetici aiuti da parte dell’Unione europea: “Con questa Europa è difficile costruire accordi sulla fiducia. C’è l’impressione che la solidarietà che oggi ti viene data, la pagherai in futuro a caro prezzo.”

Nonostante il successo riportato in Emilia Romagna con la vittoria del Dem Stefano Bonaccini, già prima del terribile avvento del Covid 19, le Sardine avevano iniziato a perdere rilevanza. Infatti le loro ultime manifestazioni di piazza avevano evidenziato una evidente perdita di consensi. La manifestazione svoltasi a gennaio a Napoli – riportava Il Giornale,- aveva visto piazza Dante, la piazza “anti salviniana” semi deserta e non si era ancora ai tempi del Lockdown. Simile situazione si era verificata poche settimane prima a Scampia. Dopo la vittoria di Bonaccini avevano iniziato a venire a galla tensioni interne al movimento dovute a divergenze di idee. In particolare proprio dopo la manifestazione anti salviniana svoltasi a Napoli – riferiva Il Messaggero – era stato espulso dal movimento uno degli esponenti di spicco a livello regionale Bruno Martirani. Martirani aveva così commentato la decisione di Santori: “Invece di fare interviste bisognerebbe chiedersi il perché di questi flop”. Diatribe di un movimento che cercava una nuova stagione per riaffermarsi e riflettere sulla propria identità e sulla strada da intraprendere. Dopo è venuto il Coronavirus. E tutto questo sembra accaduto un secolo fa.

 

Fonte: La7, Il Giornale, Il Messaggero

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