Coronavirus, dari drammatici per la Lombardia, mentre il Primo Cittadino di Bergamo, il Dem Giorgio Gori, accusa la sanità lombarda di non essere all’altezza dell’emergenza Coronavirus.
In Lombardia giovedì 26 marzo il numero di morti è salito a 4.859, rispetto al dato di 4.474 di mercoledì: 385 in più secondo le anticipazioni della Reuters, pari a un incremento dell8,6%. Il numero di casi totali, sempre secondo l’agenzia, sale di 2.543 contagiati, portando il totale dei casi a 34.889, con un aumento del 7,86% in un solo giorno. Il forte incremento è legato in particolare al dato di Milano, con +848 positivi. Nella Regione le persone in terapia intensiva sono 1.263, 27 in più di ieri.
La situazione della città di Bergamo è ormai “oltre il collasso“, come hanno scritto 13 medici dell’ospedale papa Giovanni XIII in una lettera di denuncia. I posti in terapi intensiva sono destinati al 70% alle persone infettate dal Covid 19 con buone possibilità di farcela. Molti anziani, se non vengono intubati, muoiono da soli. I medici chiedono un cambio immediato di paradigma. E chi chiede una svolta in questo approccio al Coronavirus è anche il sindaco di Bergamo, il Dem Giorgio Gori. In un’intervista al Gazzettino, il Primo Cittadino della città orobica ha puntato il dito contro la sanità lombarda che – a suo dire – ha rivelato tutta la sua inadeguatezza: “Abbiamo un deficit sulla sanità di territorio: non è confrontabile con quella di Veneto ed Emilia Romagna. Purtroppo ora ne abbiamo la prova.La struttura dei medici di medicina generale, che è il primo baluardo contro il contagio, è debole, troppo persone arrivano in ospedale troppo tardi e in pessime condizioni, devono essere intubate in terapia intensiva – ha aggiunto -. Servirebbe una rete territoriale più forte, perché quella che abbiamo non è all’altezza”.
E anche Gori ha parlato di persone decedute in casa e di una situazione degli ospedali oltre il limite. Già qualche giorno fa – in un’intervista a Huffington Post – Gori aveva riservato parole di biasimo verso le ultime amministrazioni regionali che – secondo il suo giudizio – avrebbero buttato decine di miliardi su altri fronti e sottraendoli, dunque, alla Sanità. In quell’occasione, tuttavia, il sindaco ammetteva di avere delle colpe in questa situazione di emergenza legata al Covid 19: “Ci abbiamo messo qualche giorno di troppo a capire. Abbiamo pensato che si potesse tenere insieme la prudenza con la vita normale. Eravamo preoccupati per il virus ma anche per le attività economiche della nostra città”
I commenti di Gori hanno subito dato il via a scontri e polemiche. Aspre critiche sono piovute sul sindaco di Bergamo e non solo da parte degli avversari. Il leader della Lega Matteo Salvini ha tuonato su Twitter: ” Chi si permette di criticare i medici lombardi si dovrebbe solo vergognare”.
#Salvini: chi si permette di criticare la qualità dell’offerta dai medici lombardi si dovrebbe vergognare! La frontiera di Brescia e Bergamo si è giovata dell’EROISMO del personale sanitario! #Senato
Ma se le critiche da parte degli avversari, Gori poteva aspettarsele, ben più inattesa, invece, la risposta del fratello, il dottor Andrea Gori, primario di malattie infettive presso il Policlinico di Milano. Quest’ultimo ha commentato: “In questo momento, Giorgio è distrutto e provato da quello che la città sta vivendo. Sono distrutto per Bergamo e sento mio fratello più volte al giorno” e ha aggiunto “Quello che è stato fatto a Bergamo è stato un esempio incredibile di efficienza del nostro sistema sanitario regionale. Dobbiamo esserne molto fieri”.
Unica voce in difesa del primo cittadino di Bergamo, il Dem Andrea Orlando, il quale ha sostenuto : “Se Salvini mena mazzate al Governo allora sono critiche costruttive. Se, invece, un sindaco puntuale come Gori critica la Regione allora è inaccettabile. Così non funziona”. Lo scontro, insomma, sembra mettere in luce che, oltre al Covid 19, vi è un’altra emergenza: una scarsa coordinazione tra gli enti locali e tra Regioni e Governo.
Ora Giorgio Gori ha annunciato su Twitter che, 81 sindaci del Milanese chiederanno alla regione Lombardia di effettuare tamponi ” a tappeto” a tutti i soggetti che presentano i sintomi del Covid 19 e, se positivi anche ai familiari e a tutti i contatti recenti. Tuttavia, i laboratori lombardi, ad oggi, non sono in grado di analizzare più di 5000 tamponi al giorno. Contando che nella Regione risiedono circa 10 milioni di cittadini, l’operazione richiederebbe tre anni.
81 sindaci del Milanese chiedono a Regione Lombardia di cambiare strategia e passare alla “sorveglianza attiva”: fare i tamponi a tutte le persone con sintomi riconducibili al #Covid19, e – se positivi – estenderli ai familiari e tutti i contatti recenti.
Io la penso come loro.
Fonte: Huffington Post, Matteo Salvini Twitter, Giorgio Gori Twitter, Reuters, Il Gazzettino, Regione Lombardia, Sole 24 Ore