L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme: la pandemia corre più veloce di noi. Intanto dal Cotugno di Napoli notizie confortanti sul nuovo metodo di trattamento.
Nella giornata di ieri, il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa a Ginevra, ha fatto il punto sulla pandemia di Coronavirus, annunciando anche la partenza di un progetto dell’OMS atto ad individuare una cura per il Covid-19. Come riporta Rainews, Ghebreyesus si è detto molto preoccupato per la velocità di propagazione dei contagi. Ciò ha indotto l’OMS ad accelerare sui tempi: vi è bisogno al più presto di testare su larga scala medicinali che sono stati sperimentati in alcuni ospedali che hanno accolto pazienti affetti dall’infezione. Per un vaccino ci vorrà molto tempo, da 12 a 18 mesi. Quello che si può fare attualmente è testare anti-virali già in commercio, usati per affrontare altre malattie ed eventualmente modificarli o potenziarli. Spiega il Direttore dell’OMS: “La pandemia sta accelerando. Ci sono voluti 67 giorni per arrivare dal primo caso segnalato a quota 100.000. Ci sono voluti 11 giorni per i secondi 100.000 casi e solo 4 giorni per arrivare a 300.000. Ora sono stati segnalati all’Oms oltre 300.000 casi, da ogni paese del mondo”. E ancora: “Riconosciamo che alcuni Paesi hanno difficoltà con la capacità di attuare misure offensive. Vari Paesi hanno mostrato che mobilitare le risorse internamente dalle regioni meno colpite è uno modo per aumentare la capacità”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dunque lanciato il progetto “Solidarity”. Come ha spiegato la nota rivista “Science”, sarà la più grande raccolta di dati medici su scala globale. L’OMS, ha deciso di concentrarsi su 4 farmaci: il Remdesivir, un antivirale testato per Ebola; Clorochina e Idrossiclorochina, usati di norma contro la malaria; una combinazione di due farmaci per l’Hiv: il Lopinavir e Ritonavir; e gli stessi due per l’Hiv aggiunti al beta-interferone, messaggero del sistema immunitario che può aiutare a fermare i virus. Come detto la sperimentazione sarà su scala globale: quando un paziente viene dichiarato positivo, il medico immette i suoi dati nel database dell’OMS, includendo anche eventuali patologie pregresse; il medico comunicherà anche di quali, e in che quantità, medicinali dispone. A quel punto l’OMS assegnerà casualmente uno dei metodi terapeutici previsti dalla sperimentazione. Il paziente sarà a conoscenza di questo trattamento. Ha concluso Ghebreyesus: “L’idea di Solidarity è nata meno di due settimane fa. Speriamo di avere la documentazione di supporto e i centri di gestione dei dati pronti per la prossima settimana”.
Intanto buone notizie arrivano dall’Ospedale Cotugno di Napoli, come riporta Fanpage. Nella giornata di ieri, la direzione ha annunciato che 4 pazienti, che hanno ricevuto il trattamento con il medicinale Tocilizumab, sono stati estubati. Qualche giorno fa, Vincenzo Montesarchio, Infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli, aveva annunciato che due pazienti, trattati con lo stesso metodo, erano stati a loro volta estubati e loro condizioni si presentavano stabili. Chiaramente è ancora presto per certificare l’effettivo impatto del medicinale sui pazienti affetti da Covid-19, ma l’intuizione del team formato dell’Ospedale Pascale e dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Aminei guidato dal Professor Paolo Ascierto, di usare il farmaco anti artrite reumatoide contro le polmoniti acute causate dall’infenzione, fa ben sperare.
Fonte: Rainews, Fanpage
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…