Coronavirus, la strage dei medici: 25 morti, 94 positivi nel Lazio

Il sistema sanitario italiano è al collasso. Mancano strutture, medici e attrezzature sufficienti. Intanto, aumentano i decessi tra i camici bianchi.

Arriva come ogni pomeriggio l’ultimo bollettino medico fornito dalla Protezione civile e reperibile come sempre sul sito ufficiale. Il commissario Angelo Borrelli ha riferito che nella giornata di oggi, i contagi sono aumentati di 3612 unità, per un totale di 54030. Quanto ai guariti, nella giornata di oggi si è avuto un incremento di 894 unità, per un totale di 8326. Infine, si sono registrati 743 decessi. Nella giornata di ieri, invece, i contagi erano aumentati di 3780 unità, i decessi di 602, e i guariti di 408. Stime che fanno ben sperare anche se, quanto al sistema sanitario, l’emergenza continua.

La lista dei camici bianchi deceduti a causa del Covid-19 si allunga ogni giorno di più. Ad aggiungersi all’elenco, c’è Domenico De Gilio, medico di famiglia già iscritto alla Fimmg di Lecco, che si era trasferito alla fine del 2019 a Chiavenna. A darne notizia l’Adnkronos, che riferisce come salgono così a 25 i medici morti dall’inizio della pandemia. Aumentano anche i contagi. Nel Lazio, sono 94 i dottori contagiati, informa Ansa, di cui 84 a Roma, 6 a Latina, 2 a Viterbo e 2 a Frosinone. Alcuni sono ricoverati all’Ospedale Spallanzani, altri sono in isolamento a casa. All’Ospedale Sant’Eugenio di Roma è stato chiuso il reparto di oculistica, dopo che 7-8 medici e una decina di infermieri sono risultati positivi.

A comunicarlo è stato Antonio Magi, presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, in un comunicato sul sito ufficiale. I dati però, afferma, sono sottostimati e per questo sarà necessario effettuare i tamponi a tutti gli operatori sanitari. Il fenomeno della crescita dei camici bianchi contagiati, rileva Magi, è in aumento in tutt’Italia: infatti, dal 12 marzo ad oggi, siamo passati da 1.116 a oltre 5.280 operatori sanitari infetti. “La media dunque è di 400 operatori infetti al giorno con dei picchi giornalieri che hanno raggiunto quota 670”, ha riferito.

La mancanza di protezioni adeguate è la causa principale di contagio tra i sanitari: ogni medico infettato, nei 14 giorni precedenti, ha avuto la probabilità di infettare i pazienti, perché lui stesso non sapeva di essere infetto. L’assessore regionale alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato, sarebbe per questo deciso a fare i tamponi su alcune categorie di operatori sanitari, come per esempio quelli che hanno avuto contatti quotidiani con pazienti risultati poi positivi al Coronavirus. Intanto, entro la fine di questa settimana, si dovrebbe concludere la sperimentazione che sta portando avanti il Policlinico Gemelli di Roma per fornire un test rapido proprio agli operatori sanitari, che potremmo poi estendere a tutti i colleghi. “Ci siamo resi disponibili ad intervenire economicamente pur di tutelare i colleghi e ovviamente anche i pazienti”, ha detto Magi. La priorità, insomma, dovrebbe essere data ai medici e al personale impegnato nel fronteggiare l’emergenza. Preoccupano anche le conseguenze psicologiche legate al Covid-19. Infatti, di oggi la notizia del suicidio di un’infermiera, risultata positiva al virus.

Fonte: Ansa, Adnkronos, Ordinemediciroma.it

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