Il dottor Christian Jessen chiede scusa per aver sostenuto che gli italiani sfruttino l’emergenza del Coronavirus per non lavorare e prolungare la “siesta”.
Hanno suscitato sdegno, rabbia e moltissime polemiche le affermazione di qualche settimana fa del medico britannico Christian Jessen sul Coronavirus e gli italiani. Il dottor Jessen, divenuto famoso per le sue trasmissioni in onda sul canale Realtime, nel corso di un’intervista radiofonica – riportava Il Fatto Quotidiano – sostenne che il Coronavirus, in fondo, era solo un brutto raffreddore e che gli italiani avessero deciso di chiudere tutto solo per “fare una lunga siesta”. Il tutto avveniva il 13 marzo, quando l’Italia era già in piena emergenza e contava già non pochi decessi. Il medico, senza troppi giri di parole, insinuava che gli italiani sono persone poco propense al lavoro e che amano più dormire che darsi da fare. “Sù sappiamo tutti come sono fatti gli italiani. per loro ogni occasione è buona per chiudere tutto e fare una lunga siesta”. A queste affermazioni prive di rispetto rispose a tono il professor Roberto Burioni il quale definì Jessen un “idiota” : “In questo caso non è un insulto ma una diagnosi gratuita”.
Inoltre, sempre nel corso della medesima intervista, il medico dichiarava di approvare pienamente la linea del suo premier Boris Johnson che, all’epoca, aveva deciso di lasciare aperte tutte le attività al fine di creare un’ immunità di gregge in modo naturale.
Ma nel corso di queste settimane la situazione è molto cambiata. Boris Johnson ha fatto dietro front e ha deciso di seguire anche lui la linea adottata dal Governo italiano e di chiudere tutto. E anche il dottor Christian Jessen ha fatto una bella “inversione a U” e si è scusato con gli italiani. Infatti sul suo profilo Twitter ha scritto un lungo post nel quale sostiene di aver compreso di essere stato offensivo e di aver sminuito una reale emergenza. Chiede perdono a tutte le persone offese e si dice vicino sia a chi è stato infettato dal virus sia ai medici in prima linea per salvare la vita di migliaia di pazienti ogni giorno.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, Christian Jessen Twitter
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