La Professoressa si è detta delusa ed amareggiata per la diffida inviatale dal Patto Traversale della Scienza per le sue parole sull’epidemia da Covid-19. Ma non risparmia attacchi ai suoi colleghi.
Maria Rita Gismondo, Direttrice del Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, si è difesa dall’attacco dell’Associazione Patto Trasversale per la Scienza, che nei giorni scorsi le ha inviato una diffida chiedendole di rivedere le sue frasi sul Covid-19. Secondo l’Associazione, fondata dal virologo e Professore dell’Università San Raffaele-Vita di Milano Roberto Burioni e dall’epidemiologo e Professore dell’Università di Pisa, Pierluigi Lopalco, Gismondo, con le sue parole, non avrebbe fatto altro che minimizzare la reale portata dell’epidemia, facendo cadere in confusione l’opinione pubblica. Come spiega HuffingtonPost, ospite di Massimo Giannini su Radio Capital, la Professoressa Gismondo si è difesa dalle accuse: “Altri virologi, ad esempio Pregliasco, dicevano pressoché la stessa cosa, e anche il direttore generale dell’OMS. In quel momento, avevamo un piccolo focolaio a Codogno e due casi importati dalla Cina“. E continua: “Il panico, per una situazione che noi tutti credevamo di poter limitare in pochissimo tempo, in quel contesto temporale e con quei dati, era da evitare”. Gismondo si riferisce ad una sua affermazione, datata al 23 febbraio scorso in cui dichiarava: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così”. Affermazioni che erano state respinte a stretto giro proprio dal Professore Roberto Burioni, che le aveva bollate come: “Pericolose ed irresponsabili”.
Allora Gismondo, contribuì all’idea che il Covid-19 non fosse così pericoloso, alimentando l’invito che arrivava da più parti in quei giorni, specie nella città di Milano dove il Sindaco Beppe Sala consigliava ai cittadini di riprendere la propria vita e le proprie abitudini, a non cadere nel panico. Da allora, è passato un mese, la situazione è precipitata. A Bergamo e Brescia, città più colpite dall’epidemia, abbiamo assistito alle file dei camion dell’Esercito che portavano via i feretri, che il forno crematorio della città ormai non riusciva più a gestire.
Come racconta Fanpage, la situazione descritta dai lavoratori del forno crematorio bergamasco riesce drammaticamente a far capire, anche ai più scettici, cosa sia l’epidemia di queste settimane: “In questo momento riceviamo in media 25 feretri al giorno, ma l’impianto è in grado di gestirne mediamente 12. La situazione crea un deposito anomalo”. E ancora: “Per rispondere alle richieste delle Istituzioni, specie nelle aree di Bergamo e Brescia, per il grande numero di feretri, ci vediamo costretti ad usare le stanze che venivano usate come spazio per il commiato e l’ultimo saluto, come camere mortuarie”. Quasi 300 morti nelle due ultime settimane, 25 funerali al giorno, uno ogni mezz’ora. Nonni, madri, padri, portati via dal virus. E abbiamo scoperto, a differenza di ciò che si sosteneva un mese fa, che non è vero che il virus colpisce soltanto gli anziani o persone con patologie pregresse. Il Covid-19 ha dimostrato di essere devastante anche tra i giovani, che hanno perfette condizioni di salute.
Gismondo attacca infine i suoi colleghi: “Perché si accusa solo me, quando invece c’erano altre persone che dicevano le stesse cose, fra cui quella che firma la diffida? Vale la fonte o il contenuto? Io mi aspetto che chi dice le stesse cose non mi diffidi”. E conclude: “Ho sempre concluso qualsiasi mia intervista dicendo che bisogna guardare i dati dai canali ufficiali. Eravamo convinti che sarebbe stato copiato il modello della Sars. Credo ci sia interesse ad entrare in polemica, e che la fonte valga più dei contenuti”.
Fonte: Fanpage, HuffingtoPost
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