Riccardo Spampinato, medico e segretario regionale di Cimo Sicilia, lancia l’allarme sulla situazione critica che coinvolge il personale sanitario.
Il Coronavirus sta gettando panico non soltanto tra le istituzioni, che si trovano impegnate a fronteggiare una crisi senza precedenti, ma anche tra tutti coloro attivamente impegnati nel rispondere all’emergenza. Come sappiamo, la Sanità è al collasso. E se la Lombardia resta la Regione più colpita – sale a 13 il numero dei decessi tra i camici bianchi – nel resto d’Italia non va meglio. In Sicilia sono state recapitate 12.800 mascherine chirurgiche, 10mila mascherine modello Ffp2 e Ffp3 e 25mila paia di guanti monouso. Lo ha riferito ai microfoni di Fanpage, in un’intervista telefonica, il Dott. Riccardo Spampinato, medico in prima linea e segretario regionale di Cimo Sicilia.
Il materiale arrivato, sembra essere davvero troppo poco per il flusso di pazienti che arrivano in Pronto Soccorso. “Con mille mascherine, in un pronto soccorso che vede 80 pazienti al giorno, cosa dobbiamo farcene? Quelle mascherine chirurgiche che non servono a niente, dovrebbero essere cambiate ogni quattro ore e non proteggono”, afferma il medico. Il dottor Spampinato ha anche ricordato come i medici sembrano essere abbandonati al loro destino. Ad esempio, un’anestesista dell’azienda ospedaliera risultata positiva al Covid-19 ha richiesto dispositivi di protezione che, però, non le sono stati forniti. “Sono arrivate le tute ai medici e sono già state ritirate. La tuta non è idrorepellente”, denuncia Spampinato.
Ma il medico sembra avercela anche con l’opinione pubblica: “Fino a pochi giorni prima del Coronavirus eravamo troppi, inutili e spalavamo la me**a. Invece di fare gli eroi, dovremmo salvare le nostre famiglie”, dice Spampinato che denuncia, nuovamente, l’assenza di qualsiasi tipo di tutela. “Vado in ospedale, incontro decine di pazienti, con una mascherina di me**a messa sulla faccia? Poi vado a casa, vado al supermercato e così spargo quello che mi hanno dato”, prosegue. L’esito della faccenda, comunque, sarà drammatica. “Tra poco i medici non andranno più a lavorare in quanto malati o pazzi. Non siamo eroi, siamo dei pazzi”, dice. Il motivo? Amor proprio. “Abbiamo perso il lume della ragione, se ne avessimo ancora andremmo a dimetterci pur di non andare a morire. Questo si chiama tentato omicidio a una categoria, che sia quella degli infermieri o dei medici“, conclude.
Preoccupato anche il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che, ospite a L’aria che tira, aveva lanciato l’allarme sugli oltre 30mila cittadini rientrati in Sicilia. “Ma non sappiamo quanti di loro siano in ottime condizioni di salute, non sappiamo quanti siano conduttori del virus”, afferma Musumeci che poi ribadisce di non essere in un film, ma nella realtà. Una situazione definita come “la più insidiosa epidemia che l’umanità abbia conosciuto negli ultimi cento anni”. Bisogna insomma convincersi che il nemico, in questo caso, è più forte.
#lariachetira Emergenza #Coronavirus, il Presidente della Regione Sicilia Nello #Musumeci commenta lo sfogo del sindaco di #Delia: "Tutti i sindaci si stanno prodigando per convincere la gente che non si tratta di un film". https://t.co/BiEniM4cM8
— La7 (@La7tv) March 18, 2020
Fonte: Fanpage, La7