In termini numerici, il Coronavirus sta facendo più vittime tra gli uomini che tra le donne. La ragione non si conosce ancora con certezza. Tre scieziati hanno avanzato tre diverse ipotesi.
Fino ad ora la maggior parte delle persone decedute con infezione da Covid 19 è di sesso maschile. Il Giornale riferisce che 7 morti su 10 – ad oggi – sono uomini. Percentuale che sale ulteriormente con l’avanzare dell’età. Infatti se si considera la fascia 70-79 anni, su 10 deceduti solo 2 sono donne e ben 8 uomini. La ragione certa del perché di questo disequilibrio ancora non si conosce. Tuttavia medici e scienziati hanno iniziato ad avanzare delle ipotesi.
Il primo ad esprimersi è stato il dottor Guido Bertolini, epidemiologo presso l’istituto Mario Negri di Bergamo. Intervistato dalla Repubblica, Bertolini ha ipotizzato che il maggior numero di decessi tra la popolazione maschile sia legata alle differenze ormonali da maschi e femmine. Gli uomini hanno gli ormoni androgeni, le donne gli estrogeni. E questi ultimi potrebbero avere una funzione protettiva nei confronti del Coronavirus, potrebbero, cioè, costituire delle resistenze naturali che rendono le donne meno vulnerabili. Tuttavia questa prima ipotesi non regge poiché le donne smettono di produrre estrogeni dopo la menopausa. E, dunque, sopra i 55-60 anni queste resistenze naturali non ci sono più nel corpo femminile.
Il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo, ha dunque avanzato una seconda ipotesi che riconduce tutto alla genetica. In pratica, secondo Pregliasco, il cromosoma X (presente nelle done) sarebbe dotato di enzimi che rafforzerebbero le immunità delle donne.
Infine una terza ipotesi arriva dal dottor Silvio Garattini, fondatore dell’istituto di ricerce farmacologiche Mario Negri di Milano. L’ipotesi di Garattini è più legata allo stile di vita e alle abitudini più o meno salutistiche. Fa leva soprattutto sul vizio del fumo. Le donne, negli anni passati, hanno sempre fumato meno rispetto agli uomini. Di coseguenza, quando vengono infettate dal Covid 19 che colpisce proprio i polmoni, hanno una situazione respiratoria meno danneggiata rispetto ai coetanei di sesso maschile. Per questo hanno più possibilità di sopravvivere. Ipotesi sostenuta anche dal professor Walter Ricciardi, epidemiologo e consigliere del Miistro della Salunte Roberto Speranza. Il dottor Ricciardi – riporta Il Messaggero – ha dichiarato che i fumatori hanno maggiori probabilità non di venire infettati (le possibilità di contagio tra fumatori e non fumatori sono le stesse) ma d’incorrere in complicazioni. Questo perché al momento del ricovero presetano polmoni maggiormente danneggiati a causa del fumo.
Fonte: Il Giornale, Repubblica, Il Messaggero
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