La situazione già critica del Sistema Sanitario Nazionale viene ulteriormente danneggiata dall’isolamento a cui vengono sottoposti medici e altri operatori sanitari.
Continua a salire il numero dei contagi nel nostro Paese. La situazione, che ha reso necessario l’approvazione in fretta e furia del nuovo Decreto Emergenza da parte del Governo guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, diviene di ora in ora più critica. La preoccupazione maggiore, dopo le fallimentari misure di contenimento delle prime settimane, è per la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale. I casi necessari di ospedalizzazione aumentano, con il crescere chiaramente dei contagi, così come la necessità di altri posti letto in terapia intensiva. Ma c’è un altro problema che rischia di danneggiare ulteriormente l’azione di contrasto ai focolai dell’epidemia. Si tratta dei medici, dagli specialisti degli ospedali a quelli di base del territorio, e degli infermieri che sono costretti alla quarantena, o perchè, purtroppo, ammalatisi di Coronavirus o perchè venuti in contatto con un paziente ammalato. Risulta chiaro che nel secondo caso qualcosa è andato decisamente storto nell’applicazione dei protocolli. Anche questi medici, in molti casi risultati negativi, devono sottoporsi all’isolamento per tutto il periodo di incubazione, in media 14-15 giorni. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad eventi drammatici: dalla coppia di anziani di Torino che ha infettato un intero reparto, costringendo 6 medici e 25 infermieri dell’Ospedale Molinette all’isolamento, a medici che si sono infettati sul campo per l’assenza di materiale, dalle mascherine alle tute, che ormai scarseggiano nella zona rossa.
Come riporta Vita, la situazione peggiore è in Lombardia, come spiega Filippo Anelli, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici: “La situazione in Lombardia è drammatica, i medici sono ancora messi nelle condizioni di lavorare con protezioni insufficienti. A Bergamo 71 medici ammalati, soltanto per 10 si è trovato sostituti”. E continua: “Imperativo proteggere il personale sanitario non solo per salvaguardare la continuità delle cure, ma per assicurarsi che i professionisti non diventino veicolo d’infezione”. Conclude il Professore: “Ci appelliamo al Governo perché metta in atto tutti gli strumenti per distribuire subito i dispositivi adeguati, contando anche sulla collaborazione degli Ordini delle Professioni sanitarie come parte della rete di distribuzione”.
Proprio su questo tema è intervenuto anche il virologo e Professore dell’Università Vita San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, che su Facebook ha parlato di uno dei tanti casi di contagio di operatori sanitari. Scrive BurionI: “Nella provincia di Pesaro-Urbino 17 medici, due dei quali positivi sono in isolamento. Considerando che ognuno di questi assiste 1.500 persone, oltre 25.000 persone hanno perso un riferimento sanitario”. Il Professore continua: “Priorità assoluta mettere tutti i medici nelle condizioni di potere svolgere il loro lavoro senza rischiare di essere infettati”. E conclude: “Se si cominciassero ad ammalare massicciamente i medici sarebbe davvero il peggiore dei guai”. Come aggiunge Fanpage, sul caso era intervenuto anche Vittorio Demicheli, epidemiologo dell’Unità di Crisi della Regione Lombardia. Il Professor Demicheli aveva annunciato un dato drammatico della zona rossa, ovvero che: “Il 10% degli ammalati è formato da operatori sanitari: medici e infermieri”.
https://www.facebook.com/robertoburioniMD/posts/3259347527623741
Fonte: Corriere della Sera, Fanpage, Medical Facts, Vita