È accaduto all’ospedale Parini di Aosta. Un uomo, la scorsa settimana, era arrivato al nosocomio per effettuare un intervento di rinoplastica, nascondendo di avere sintomi sospetti da giorni che avrebbero potuto far pensare al Covid-19.
Mentre, informa l’Ansa, la raccolta fondi “Covid-19, sosteniamo la terapia intensiva di Aosta”, avviata sulla piattaforma “gofundme”, ha superato la quota di 100.000 euro, uno strano caso arriva dall’ospedale Parini del capoluogo. Infatti, un uomo ha nascosto ai medici di avere sintomi riconducibili al Coronavirus, per paura che i dottori rinviassero la sua rinoplastica.
Ad accorgersi di qualche intoppo è stato l’anestesista che, in sala pre-operatoria, ha avvertito un anomalo rialzo della temperatura corporea del paziente. Il tampone effettuato sul paziente, informa La Stampa, ha dato esito positivo. Di conseguenza, tutta l’équipe – un anestesista, un chirurgo e gli infermieri – potrebbe essere stata contagiata. La Procura potrebbe aprire un fascicolo di inchiesta sulla vicenda. Le possibili ipotesi di reato vanno dalle lesioni personali colpose fino all’epidemia colposa che prevede una pena fino a 12 anni di carcere.
Stando a quanto riferito, sembra che l’uomo abbia lavorato recentemente in una località turistica della bassa Valle d’Aosta, entrando in contatto con tantissimi turisti della Lombardia. Da qualche giorno aveva una lieve tosse e un bruciore agli occhi, sintomi che aveva omesso per timore di perdere la sua rinosettoplastica, un’intervento non urgente e con finalità estetica. “I cittadini non si rendono ancora conto della responsabilità che hanno nel rispettare le regole, soprattutto in questa situazione di emergenza”, dice Chiara Galotto, direttore dell’ospedale. La donna ha anche riferito che al paziente era stato sottoposto un questionario di ingresso da compilare, dove avrebbe dovuto dichiarare una serie di informazioni.
Ora l’uomo – che non è stato operato – sta per essere dimesso e farà la quarantena al proprio domicilio. Angelo Pescarmona, commissario Usl della Valle d’Aosta, ha riferito che la sala chirurgica è stata subito sanificata. Il personale sanitario coinvolto, in base al decreto legge del 9 marzo, non deve fare nessuna quarantena, ma mettersi sotto auto sorveglianza per monitorare eventuali sintomi, oltre a fare un tampone di verifica tra la terza e quarta giornata dal contatto.
Fonte: La Stampa, Ansa