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Cronaca

No della Regione Lazio alla riapertura dell’ospedale Forlanini per l’emergenza Coronavirus

L’ospedale Forlanini si trova a due passi dallo Spallanzani. Lo storico ex sanatorio, chiuso dal 30 giugno 2015, potrebbe essere oggi una risorsa. In tanti, infatti, chiedono di riaprire la struttura per far fronte alla diffusione dei casi di contagio da Covid 19. Tuttavia, la Regione Lazio ha bocciato la richiesta.

 

Il collasso del sistema sanitario italiano è una delle conseguenze più forti della diffusione del Coronavirus. Allo stesso tempo, e per certi punti di vista, proprio il funzionamento della sanità potrebbe essere complicare il contagio. Se è vero che i cittadini non erano pronti a fronteggiare una pandemia, è altrettanto vero che neanche gli ospedali lo erano. Pochi posti letto, poco personale: il risultato di tagli al settore che sono stati fatti durante gli anni dalle politiche al governo. Come sappiamo, la nostra classe politica in 10 anni ha chiuso ospedali e bruciato 43mila posti di lavoro pubblici. Il piano di Nicola Zingaretti, attuale segretario del Partito Democratico e Presidente del Lazio, ha portato allo stremo il sistema nella Regione.

Nel 2019 la sanità della Regione Lazio è uscita dal commissariamento, a spese della sanità pubblica che ha perso strutture sanitarie. Secondo i dati del Ministero della Salute nel 2011 il Lazio aveva complessivamente 72 strutture di ricovero pubbliche, divenute 56 nel 2017, con un saldo negativo di 16 strutture. Tra questi, anche l’ospedale Forlanini, a Roma, chiuso definitivamente nel 2015. Inaugurato nel 1934 proprio per la cura delle malattie respiratorie, fu concepito come cittadella autosufficiente dotata autonomamente di approvvigionamento idrico, fabbisogno alimentare, funzionamento energetico. Oggi, con l’epidemia da Coronavirus, potrebbe curare gli affetti da sindrome acuta respiratoria.

La struttura potrebbe essere adeguata in pochissimo tempo, così da aumentare il numero dei posti disponibili per la cura dei malati o per la quarantena dei soggetti in osservazione. Per questo, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, ha fatto pressione affinché la struttura sia riaperta così da far fronte all’emergenza. “La sottovalutazione degli effetti epidemici da Coronavirus ha imposto l’adozione di misure straordinarie, che speriamo raggiungano l’obiettivo di limitare al massimo la diffusione virale. Si è ancora in tempo per attivare alcuni reparti del “Forlanini” per far fronte alle emergenze“, si legge nel comunicato. La struttura dispone di una superficie di 3 mila metri quadrati, con una capienza per circa 2500 posti letto. Tuttavia, informa La Stampa, la richiesta della riapertura dell’ex “Sanatorio Benito Mussolini” è stata respinta fermamente dalla Regione Lazio.

“Una proposta inutile”

Riattivare una struttura come il Forlanini richiederebbe mesi, forse anni. Dunque, una proposta assolutamente inutile. Servono invece risposte immediate, nei prossimi sette giorni, non progetti per i prossimi sette anni”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Ad appoggiare la richiesta è stata invece il Primo Cittadino di Roma Virginia Raggi. Indipendentemente da quando può essere riaperto, comunque per me è un presidio da riaprire. La sanità pubblica è la garanzia che consente di curare tutti. Speriamo adesso nella Regione Lazio, noi ci siamo e siamo in prima linea“, ha detto in un’intervista a “Stasera Italia”, su Rete4. Inoltre, su Twitter, ha diffuso la raccolta firme lanciata sul sito Change.org:

Secondo D’Amato, invece, la richiesta è “strampalata e senza senso”, visto che in queste settimane la sanità laziale avrebbe già ampliato il numero di posti letto per terapia intensiva nelle forme e nei tempi appropriati per fronteggiare il virus. L’assessore ha ricordato come lo Spallanzani e Gemelli dispongano di 157 posti letto per terapia intensiva. Il Forlanini, invece, non è più un ospedale da tanti anni ed è “come qualsiasi altro palazzo disabitato…”. Invece secondo il professor Massimo Martelli, primario della Chirurgia toracica dell’ex nosocomio romano che per primo ha lanciato l’appello, in tempi brevi e con costi minimi la struttura potrebbe essere predisposta per accogliere i malati.

Favorevoli anche le forze politiche d’opposizione in Regione dalla Lega a Fratelli d’Italia. Anche Italia Nostra ha condiviso e sottoscritto l’appello del professor Massimo Martelli. Dal punto di vista storico-artistico, molti partiti hanno fatto notare che il Forlanini “è un bene che non può essere dismesso, lasciato all’abbandono, a rischio degrado, utilizzato dalla Regione Lazio per effimeri eventi estivi”.  La struttura dispone infatti di un parco con piante esotiche all’atrio monumentale; di un museo anatomico con oltre 1200 reperti; di una sezione di statistica sanitaria; di una fornitissima biblioteca scientifica. Un bene storico artistico da preservare, tutelare, valorizzare ma che potrebbe servire per far fronte all’emergenza.

Inoltre, secondo un’indiscrezione apparsa oggi sul Tempo, sembra che la Regione Lazio aveva già in programma di ristrutturare l’ospedale per trasformarlo in una “Cittadella delle Organizzazioni Internazionali“. L’idea è contenuta in una memoria di giunta approvata lo scorso dicembre in cui si valuta di “valorizzare il complesso immobiliare” trasformandolo nel quartier generale di agenzie delle Nazioni Unite, che ospiterebbe strutture come come il World Food Program e l’Ifad, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo. Lo studio di fattibilità sarà presentato entro fine giugno 2021 e si valuterà sull’opportunità di realizzare o meno il progetto.

Fonte: Aduc.it, Virginia Raggi Twitter, La Stampa, Change.org, Rete4, Il Tempo

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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