Aumentano le positività tra gli operatori sanitari. Un giovane infermiere ha deciso di raccontare l’esperienza che vive sul campo, per mandare un messaggio ancora più forte a tutti quelli che continuano a sottovalutare la situazione.
Mentre aumentano i contagi nel nostro Paese, si fa sempre più rischiosa la posizione dei professionisti medici impegnati in prima linea nell’emergenza sanitaria. Pochi giorni fa, a Portogruaro in provincia di Venezia, è avvenuto il primo decesso di un medico. Si tratta di un’anestesista, Chiara Filipponi, che aveva contratto il virus una settimana prima. E sono tanti gli operatori sanitari in quarantena in attesa di ritornare in campo e tanti rischiano per l’assenza di materiale protettivo. Fanpage, ha raccolto la testimonianza di uno di questi operatori sanitari. Ivano Vallifuoco ha 27 anni ed è un infermiere da circa 5 anni, quando iniziò come volontario. Presta servizio presso il Reparto Rianimazione ECMO dell’Ospedale Monaldi di Napoli. Racconta il giovane infermiere: “Sono stato uno dei due infermieri che ha assistito il primo paziente proveniente dall’esterno ricoverato in rianimazione al Monaldi”. E continua: “Quando è arrivato abbiamo dimenticato tutta l’ansia. Abbiamo solo fatto quello che era necessario per il paziente”. Vallifuoco, con un post su Facebook, ha voluto mandare un messaggio a tutti quelli che possono, e devono, restare a casa e, purtroppo, ai tanti che continuano a sottovalutare la situazione. Un messaggio intenso, che parla dei tanti operatori sanitari impegnati da settimane nell’emergenza, che non possono stare a casa vicino ai loro cari. Sul popolare social ha scritto: “Se potessimo restare in quarantena, lo faremmo. Ma in giro c’è un brutto virus che fa ammalare tantissime persone e uccide anche. Non possiamo restare a casa, fatelo voi per noi”. Vallifuoco ha raccontato di aver scritto questo post dopo aver assistito per quasi 4 ore un paziente affetto da Covid-19, con tutti i DPI necessari. Continua l’operatore: “Penso che chiunque abbia voglia di allontanarsi, però quando si affronta la situazione ragionandoci, penso che il mio posto è qui”. Poi il giovane ha parlato delle recenti aggressioni avvenute ai danni dei sanitari e dell’incredibile ed increscioso episodio capitato a Napoli qualche giorno fa.
Come racconta Tgcom24, un uomo, stanco di aspettare il suo turno per il test di tampone, si è tolto la mascherina ed ha incominciato a dare in escandescenze fino a sputare addosso ad un medico e un infermiere che cercavano di calmarlo. Tutto questo è avvenuto all’Ospedale Cotugno di Napoli e lo ha raccontato il Direttore Generale Maurizio Di Mauro: “Ho perso un medico e un infermiere validissimi che adesso devono stare in isolamento. Sputare addosso a una persona, quando si hanno, in un momento come questo, sintomatologie e febbre, equivale a sparare”. Conclude Vallifuoco: “Molte persone non capiscono che davanti prima di avere un medico o un infermiere hanno una persona. Sentire delle aggressioni che avvengono negli ospedali ci rende tristi. Qualcuno non capisce il lavoro che facciamo”.
Fonte: Fanpage, Tgcom24
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