Il Presidente campano, con le sue tantissime ordinanze, spesso supera le direttive del Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria per l’epidemia di Covid-19.
In queste ultime settimane il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca è intervenuto con tantissime ordinanze, al momento se ne contano 16, tutte finalizzate al contenimento del Coronavirus sul suolo campano. Il Presidente della Regione, sin dal primo momento, ha appoggiato le richieste dei Governatori della Lombardia, Attilio Fontana, e del Veneto, Luca Zaia, che chiedevano al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte misure più incisive e più coraggio nei provvedimenti da adottare. Ritenendo dunque troppo timide alcune scelte dell’Esecutivo, De Luca ha spesso sorpassato nei provvedimenti i Decreti Emergenza emanati dal Premier. Nel secondo Decreto, ad esempio, il Governo garantiva a pub, bar e ristoranti, la possibilità di asporto dopo le ore 18 e sino alle 24. De Luca, superando le iniziative del Premier, ha a stretto giro proibito qualsiasi attività di asporto, che avrebbe, accusava, ad ogni modo causato la presenza dei riders in giro per le città. Risulta chiaro che il Governatore campano, così come anche gli altri suoi colleghi del Sud, sia molto preoccupato dall’epidemia: la tenuta di quello che viene ritenuto il più importante Sistema Sanitario della penisola, ovvero il lombardo, è allo stremo; quali enormi danni potrebbe provocare il Covid-19 nel Mezzogiorno?
I contrasti tra De Luca e il Governo sono nati l’indomani della clamorosa fuga di notizie che anticipò la bozza del secondo Decreto. Azione che permise a tantissime persone di fuggire dalla Lombardia e tornare al Sud. E, come spiega Repubblica, anche nella serata di ieri, treni in partenza dalla Stazione Centrale di Milano e diretti al sud, in particolar modo in Puglia, sono stati presi d’assalto. De Luca, già in occasione del primo “esodo”, dispose un’ordinanza che prevede la denuncia per chi non comunica il suo arrivo dalle ex zone rosse del secondo Decreto, ovvero la Lombardia e altre 11 provincie confinanti, e la disposizione dell’isolamento domiciliare in ogni caso, per 14-15 giorni.
Come spiega Il Fatto Quotidiano, De Luca ha attaccato il Governo sul tema: “C’è confusione anche a causa della comunicazione del Governo. Non è vero che si può passeggiare, si può uscire di casa solo per provate esigenze di necessità. Ho chiesto all’Esecutivo la presenza dell’Esercito nelle strade. I quartieri vanno militarizzati”. Nel corso dell’intervento, il Presidente della Regione Campania ha spiegato il piano messo che verrà messo in atto durante il periodo di picco dei contagi che, stando alle comunicazioni dell’Ospedale Codugno di Napoli, dovrebbe arrivare intorno alla metà di aprile. Spiega De Luca: “Ci sono tre scenari: normale, di emergenza, e grave. Calcolando lo scenario più grave, entro il 14 aprile avremo bisogno di 150 posti letto in terapia intensiva”. E continua: “Si prevede una curva discendente dei contagi a inizio maggio. Quindi, dobbiamo reggere un mese e mezzo, due mesi e poi non avremo in Campania un medico che sarà costretto ad affrontare l’alternativa su chi deve vivere e chi deve morire“. E conclude: “Noi con le ordinanze possiamo regolare il 99% dei problemi, ma poi deve essere messo in funzione il cervello della gente”.
“Se sarà necessario io non ho problemi a chiedere chiusura di tutto, lasciando aperti solo farmacie ed alimentari – dice il governatore -. Abbiamo un piano B in caso di ulteriore diffusione del contagio. Aggiungiamo a 320 altri 590 posti letto nelle sale intensive, ci auguriamo di non arrivare a questo punto così drammatico. Abbiamo acquistato un’altra 50ina di respiratori e strutture per ossigeno. Preferisco essere prudente e prepararmi per tempo. Stiamo lavorando su una ipotesi Lombardia, ci stiamo preparando anche ad emergenza assoluta”
Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano