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Cronaca

Coronavirus, medici contagiati: l’ospedale non accetta più ricoveri

All’ospedale militare di Baggio a Milano alcuni medici sono risultati positivi al test per il Covid 19. Per questa ragione la struttura ha deciso di non accettare altri pazienti da ricoverare.

 

L’ospedale militare di Baggio, a Milano, è stato scelto, nelle scorse settimane, come luogo dove far svolgere la quarantena ai pazienti guariti dal Coronavirus ma  non ancora negativizzati. Nello specifico presso l’ospedale militare della caserma Annibali di Baggio sono stati ricoverate, a partire da fine febbraio, 60 persone che avevano avuto contatti diretti con i 15 soggetti infetti del Lodigiano. In pratica si sono “annidati” qui gran parte di coloro che non avevano più i sintomi ma che, di fatto, erano ancora portatori sani di Covid 19. Ora – riferisce Il Giorno – alcuni medici dell’ospedale sono risultati positivi al test per il Covid 19. Per questa ragione la struttura, che al momento ospita 4 pazienti, ha deciso di non accettare altri ricoveri.

Questo pone un ulteriore problema in quanto, a questo punto, le persone guarite ma non ancora negativizzate non saprebbero più dove andare. Tornare nelle proprie abitazioni non sembra la soluzione poiché potrebbero contagiare i familiari. Nel caso in cui poi vivessero con anziani o soggetti con deficit immunitari la convivenza comporterebbe un pericolo serio. Tuttavia i pazienti senza sintomi eppure ancora positivi ai test non possono nemmeno permanere negli ospedali già fin troppo colmi di pazienti da curare per il Coronavirus ma non solo. L’emergenza, per l’ennesima volta, si sta rivelando un pericolo non solo per la salute della popolazione ma anche per il sistema sanitario che rischia il collasso se i pazienti di cui doversi occupare diventano troppi e tutti concentrati nel medesimo periodo.

In base a quanto dichiarato all’Adnkronos dal dottor Fabrizio Pregliasco, il virus in Italia dovrebbe raggiungere il suo picco verso la fine di marzo. Il nostro Paese potrà considerarsi del tutto fuori pericolo a partire da maggio giugno. Le previsioni del virologo si basano sull’osservazione di quanto avvenuto in Cina. Tuttavia – specifica Pregliasco – molto dipenderà anche da come si comporteranno gli altri Paesi europei, da quali misure contenitive adotteranno. “Tra gli elementi che possono influire c’è l’incognita rappresentata dal resto dell’Europa e dalla Gran Bretagna. La mancanza di coordinamento può vanificare quello che si sta facendo in Italia”.

Fonte: Il Giorno, Adnkronos

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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