Mattia, il 38enne “paziente 1”, si è svegliato. L’uomo, dopo aver contratto il Coronavirus, era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva ed è poi stato trasferito alla sub intensiva del San Matteo di Pavia.
“Scusate, dove mi trovo, sono a Lodi?”. Sono queste le prime parole di Mattia, il 38enne di Codogno ricoverato dopo aver contratto il COVID-19. L’atleta e manager dell’Unilever, informa Tgcom24, è stato trasferito il 9 marzo dalla terapia intensiva a quella sub intensiva del San Matteo di Pavia perché riesce a respirare in modo autonomo. Da poco, ha cominciato anche a parlare e le sue condizioni stanno migliorando. Attaccato all’ossigeno e monitorato 24 ore su 24, al suo risveglio ha chiesto per prima cosa dove si trovasse. Sua moglie, incinta di otto mesi, è tornata a casa già da qualche giorno dopo essere stata ricoverata all’ospedale Sacco di Milano.
Mattia si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio del 18 febbraio,ma non aveva alcun sintomo che avrebbe potuto portare ad identificarlo come “caso sospetto“. Dopo gli accertamenti aveva deciso di tornare a casa. Tuttavia, poche ore dopo la situazione è peggiorata catastroficamente. Così, la mattina del 20 febbraio, è stato necessario il ricovero nel reparto di terapia intensiva. E’ stata la moglie ad informare i medici di una cena avvenuta a fine gennaio tra il marito e alcuni amici, tra cui uno appena rientrato dalla Cina. Il tampone, effettuato sul paziente, ha dato esito positivo. Nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio, ricorda Skytg24, Mattia è stato trasferito da Codogno al Policlinico di Pavia, in gravissime condizioni. Ma il 9 marzo la svolta: il paziente 1 è stato stubato e ha cominciato a respirare autonomamente.
“Mattia si è presentato con una polmonite leggera, ma resistente ad ogni terapia nota. Ho pensato che anch’io, per aiutarlo, dovevo cercare qualcosa di impossibile”, ha spiegato Annalisa Malara, anestesista di Cremona, che per prima ha diagnosticato il paziente 1 positivo al Coronavirus. Anche il dottor Andrea Lozzi ha detto la sua circa il “modello Codogno“, quello che ha messo in isolamento prima i 10 comuni nel lombardo e che ora è stato esteso in tutta Italia. Il Primo cittadino di Codogno, Francesco Passerini, ha chiarito che l’emergenza non è comunque finita. “Sto aspettando di vedere i nuovi dati e, incrociando le dita, spero continui così. Bisogna mantenere altissimo il livello di guardia adottando tutte le precauzioni prese nella zona e non pensare che la battaglia sia finita, ha riferito.
Fonte: Tgcom24, SkyTg24