Coronavirus, la virologa Ilaria Capua: “In Italia si assumono troppi antibiotici”

La virologa Ilaria Capua avanza l’ipotesi che il così alto numero di decessi per Coronavirus in Italia potrebbe essere collegato ad uso eccessivo di antibiotici.

Ilaria Capua - Leggilo.org

 

Da mercoledì 11 marzo – riporta Repubblica – il Coronavirus è ufficialmente una pandemia. A dichiararlo è stata l’Oms. Questo significa che contenere la diffusione del Covid 19 sta diventando sempre più difficile e occorrono misure sempre più restrittive, almeno per i prossimi 14 giorni. I paesi colpiti sono 114 su un totale di 193. Da dicembre 2019 ad oggi, il Coronavirus ha causato oltre 118 mila contagi e più di 4.000 vittime.

La dottoressa Ilaria Capua, virologa e scienziata di fama internazionale, fu la prima, a parlare di “pandemia” già un paio di settimane fa. Con il termine Pandemia – specificava la dottoressa – non s’intende che moriremo tutti ma che verremo contagiati tutti o quasi. Ciò su cui oggi la dottoressa c’invita a riflettere è un altro aspetto importantissimo. La scienziata – in un suo articolo pubblicato da Fanpage – spiega che in Italia il numero di morti per Coronavirus, in rapporto alla totalità dei contagiati, è alto. Più alto di altri Paesi come Germania, Francia, Giappone, Corea del Sud. Ma, sorprendentemente, più alto anche rispetto all’Iran dove il sistema sanitario è decisamente più arretrato del nostro. La dottoressa Capua avanza un’ipotesi che potrebbe spiegare il perché di un numero di decessi proporzionalmente così elevato. L’Italia, in Europa, insieme a Cipro, è il Paese con più ceppi batterici antibiotico resistenti. Questo comporta che i batteri, nel corso degli anni, si sono modificati e sono diventati sempre più resistenti agli antibiotici. Non solo. ma questa resistenza l’hanno trasmessa anche alle future popolazioni batteriche. In dieci anni la proporzione di superbatteri resistenti è almeno decuplicata. E la responsabilità di ciò è anche nostra che, per anni, abbiamo fatto un uso eccessivo e scorretto di antibiotici anche laddove non ve ne era reale necessità.

In termini di conseguenze per la salute, il fatto di avere molti più ceppi batterici resistenti agli antibiotici significa che in Italia un paziente ha più probabilità di incorrere in complicazioni dopo interventi ospedalieri tra cui i ricoveri in terapia intensiva. Questo spiegherebbe perché molti pazienti infettati dal Covid 19 non ce l’hanno fatta.

Inoltre la dottoressa Ilaria Capua pone l’accento su un altro aspetto determinante in questa delicata situazione. Gli ospedali italiani potrebbero essere non solo il luogo delle cure ma anche il luogo in cui i pazienti contraggono altre infezioni batteriche antibiotico-resistenti. Pertanto il numero proporzionalmente elevato dei decessi per Coronavirus potrebbe essere causato non da un ceppo virale più aggressivo ma nella presenza di super-batteri negli ospedali che aggravano il quadro già complesso di un malato da Covid 19.

Fonte: Fanpage, Repubblica

 

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