In merito al Coronavirus prende la parola il virologo Giovanni Di Perri che raccomanda di non fare visita agli anziani e rimarca l’importanza delle misure di contenimento. E intanto si apprende che Nicola Porro, conduttore di “Quarta Repubblica”, sarebbe risultato positivo al tampone del Coronavirus.
Un’altro contagiato illustre, il primo appartenente al mondo dell’informazione: il giornalista Nicola Porro sarebbe risultato positivo al Coronavirus, scrive l’Adnkrons. Questa sera Quarta Repubblica non andrà in onda.
Intanto la decisione del Governo di chiudere le scuole, di ogni ordine e grado, fino al 15 di marzo potrebbe essere prorogata se i casi di contagio da Coronavirus continueranno ad aumentare progressivamente. Molti genitori si trovano in difficoltà a dover gestire più bambini a casa dovendo conciliare, anche, i doveri legati al lavoro. Tuttavia i virologi, da giorni, sottolineano che la chiusura delle scuole è una misura necessaria. Una tra le voci più autorevoli in materia, il virologo Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento clinico di malattie infettive dell’Università di Torino. Il dotto Perri – riporta Il Fatto Quotidiano – ha sottolineato l’importanza non solo di tenere le scuole chiuse ma anche di tenere i bambini lontani dai nonni. Gli anziani, infatti, rappresentano la fascia più esposta al rischio. Per questa ragione noi tutti, bambini ma anche adulti, dovremmo evitare, almeno per un po’, di passare a fare visita ai nostri anziani anche solo per un saluto. Perché, pur senza accusare sintomi, potremmo aver contratto il Covid 19 e trasmetterlo a loro.
Il medico spiega senza allarmismi ma in modo molto onesto, che questo, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, è sicuramente il periodo più critico e difficile che l’Italia abbia mai passato. Nemmeno il colera – a suo dire – fu così difficile da gestire. “Il colera fece 400 casi a Napoli e altri 400 a Bari. Tra un po’ facciamo quei numeri lì in un giorno. In quel caso c’erano delle modalità di protezione molto più facilmente applicabili. Qui basta molto meno per il contagio”. In effetti il colera che colpì Napoli nel 1973 non fu una pandemia e causò 24 morti. L’Italia fu colpita più volte dal colera nel corso del XIX secolo ma non ci sono dati certi sul numero dei decessi. Ciò che è certo, invece, è che il Coronavirus, ad oggi, in Italia ha provocato più di 100 decessi. E i vertici dell’Oms – riporta Il Secolo XIX – hanno già dichiarato che, dopo le conferme dei dati di Africa e America Latina, sono pronti ad annunciare che siamo entrati nella fase della pandemia. In questa fase, detta anche “fase sei” non è più possibile fermare il diffondersi del virus ma si puù solo cercare di mitigare gli effetti.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, Il Secolo XIX
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