In Toscana, il Governatore Enrico Rossi, pur avendo adeguato le misure precauzionali in base alle disposizioni del Ministero della Salute, continua a non attuare alcuna forma di quarantena. E intanto nella Regione si registra il primo contagio.
Primo caso di tampone positivo per coronavirus in Toscana, a Firenze. Si attende la conferma dell’Istituto superiore di Sanità. Si tratterenbbe di un imprenditore di sessant’anni che ha aziende in Oriente. L’uomo scrive Repubblica ieri pomeriggio si è presentato all’ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro cittadino. Nella notte il tampone ha rivelato la presenza del coronavirus Covid -19. Il paziente è stato trasferito nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Ponte a Niccheri e gli ambienti del Pronto soccorso di Santa Maria Nuova sono stati sanificati. L’ultimo bilancio in Italia parla di 229 contagiati e sette morti, tutti anziani già indeboliti da altre patologie.
L’imprenditore sarebbe rientrato dall’Oriente ai primi di gennaio e si sta cercando di capire se possa essere stato contagiato in Italia da un suo dipendente che stava male alcune settimane fa.
Qualche giorno fa suscitò una certa preoccupazione la decisione del Governatore della Toscana, Enrico Rossi, di non sottoporre a quarantena i 2500 cinesi, residenti tra Firenze e Prato, che rientravano dalla Cina in seguito ai esteggiamenti del capodanno. Questa decisione di Rossi gli sollevò contro le proteste del virologo Roberto Burioni che lo accusò di avere un comportamento irresponsabile. Anche il leader della Lega Matteo Salvini intervenne e minacciò di denunciare il Governatore della Toscana Enrico Rossi e l’Assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi per aver messo a rischio la salute dei cittadini toscani ma anche di altre regioni. Negli ultimi giorni il coronavirus è pratcamente esploso e sono già 7 i casi di decessi registrati. Eppure, il Governatore Rossi, sembra non voler ancora applicare la quarantena nella Regione di sua competenza. In un post su Facebook datato 21 febbraio, Rossi parlava di “sorveglianza attiva e costante” nei confronti di 1300 soggetti rientrati dalla Cina. In un successivo post datato 22 febbraio, Enrico Rossi si soffermava sulle ordinanze emesse in merito al da farsi in caso di primi sintomi da contagio. “Rafforzeremo numero e qualità della sanificazione delle strutture sanitarie e dei luoghi di attesa”. Forniva i numeri a cui rivolgersi in caso di bisogno e le indicazioni date ai medici di base. Infine, in un post del 23 febbraio, quando i casi dei decessi in Italia erano già 5 e la Lombardia aveva già messo in quarantena 9 comuni del Lodigiano e in semi-quarantena Milano e l’interland milanese, il Governatore Enrico Rossi, ancora non faceva accenno alla quarantena. Dichiarava di aver adeguato le misure di prevenzione della Regione Toscana ai provvedimenti varati dal Governo nazionale ma non specificava che cosa fosse cambiato. Scriveva dell’obbligo per i viaggiatori di denunciare il rientro dalla Cina ma anche il rientro da regioni sottoposti a quarantena. E suggeriva di chiamare il medico di base o il pediatra come primo riferimento in caso di problemi. Eppure la quarantena, ad oggi, viene indicata come forma di prevenzione indispensabile da virologi del calibro di Roberto Burioni e Ilaria Capua.
Nel frattempo il virus ha raggiunto altre regioni oltra la Lobardia e il Veneto. Come ha riportato l’Ansa, tre cinesi, residenti nel Cuneese, sono risultati- secondo quanto dichiarato dall’Assessore regionale alla sanità Luigi Icardi – “lievemente positivi”. I tre sono arrivati all’aeroporto di Caselle il 19 febbraio con un volo internazionale che aveva fatto scalo a Mosca.
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Fonte: Ansa, Enrico Rossi Facebook, Repubblica
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