Le Sardine atto secondo: dopo l’endorsement da parte della Sinistra, da Nicola Zingaretti a Massimo Cacciari e dopo gli elogi di Roberto Saviano qualcosa si è rotto. E il leader del movimento, Mattia Santori, cambia atteggiamento e, all’occorrenza, chiede scusa.
Intervistato da Repubblica Roberto Saviano manifestò il suo appoggio al movimento delle “Sardine”, criticando contestualmente il leader della Lega Matteo Salvini per il modo in cui sui social sta cercando di mettere alla berlina, a suo dire, i giovani organizzatori del gruppo. Per lo scrittore napoletano Salvini, così facendo, dimostrava in realtà quanto timore avesse di questo movimento e della sua capacità di riempire le piazze.
Recentemente lo stesso Saviano, commentando l’assegnazione della scorta alla Senatrice a vita Liliana Segre aveva accusato sia Salvini che Giorgia Meloni di essere la causa del clima d’odio e intolleranza che attraversa il Paese. Accuse gravissime che vennero respinte al mittente dai due leader del Centrodestra, riferiva Il Giornale.
Per l’autore di Gomorra, il neo movimento “Le Sardine”, nato in occasione dell’apertura della campagna elettorale del Centrodestra in Emilia Romagna, sembrava in grado di intimidire il leader della Lega. Saviano definiva pericoloso l’utilizzo che l’ex Ministro dell’Interno fa dei social, usati a suo dire, come arma per mettere alla gogna i suoi contestatori: “L’acrimonia con cui Salvini sta bersagliando sui social i partecipanti alle manifestazioni delle ‘sardine’, mostra che li teme. Quello che sta facendo Salvini è impressionante, un politico non può mettere alla berlina una persona sui social, devono farlo gli analisti. Farlo, è pericoloso e lui continua ad essere una persona pericolosa”. Per lo scrittore napoletano, il professore di lettere di Fiorenzuola che ha minacciato di assegnare un’insufficienza agli studenti che avessero partecipato ad un evento organizzato da “Le Sardine”, non merita alcuna considerazione era solo: “un fesso”. Le Sardine dunque come antidoto al populismo dilagante. Ma dopo la vittoria del Centrosinistra in Emilia Romagna qualcosa si è rotto: qualche passo falso, come la foto in compagnia di Toscani e di Benetton, qualche screzio interno e le piazze che non si riempiono come prima.
Mentre il movimento si prepara al suo primo grande congresso, convocato a Scampia il prossimo 14 e 15 marzo, all’interno delle Sardine ci si interroga sulla crisi delle ultime piazze. Il flop clamoroso a Napoli per l’evento in Piazza Dante è stato un campanello d’allarme troppo rumoroso per restare inascoltato. Non paga nemmeno la tattica di inseguire Matteo Salvini nel suo tour elettorale. L’evento di Napoli era infatti una contromanifestazione, visto che, nel vicino Teatro Augusteo, il leader della Lega apriva la campagna elettorale per le regionali in Campania previste in maggio. Nell’ambito di questa crisi, di piazze e di intenti, non si riesce a capire che senso abbia il futuro incontro tra Mattia Santori e soci e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le Sardine sembrano aver esaurito la loro spinta propulsiva e il modello emiliano-romagnolo non sembra replicabile nelle altre Regioni al voto quest’anno. Come riporta Repubblica, lo stesso Santori, da Pesaro dove prepara un’altra elezione regionale, si chiede se le Sardine siano pronte per la fase due, a patto che tale fase esista: “La stagione delle piazze così come l’abbiamo conosciuta a novembre forse finirà e forse è già finita. La politica è una cosa bellissima se fatta in un certo modo”. E sul famoso incontro con il Premier, che tarda sempre ad arrivare, rivela un certo scetticismo: ” La mia agenda diciamo che non è comodissima ma soprattutto l’agenda di Conte si complica ogni giorno di più. Stiamo quindi aspettando una data ma se ci sarà, sarà comunque un incontro molto informale”. Una scelta di basso profilo nelle parole di Santori reiterata nelle dichiarazioni rilasciate dallo stesso leader delle Sardine a Genova, nel corso di un’iniziativa del movimento nel quartiere di Certosa, cuore della tragedia di Ponte Morandi, dichiarazioni raccolte dall’Ansa: “Era importante per me chiedere scusa ufficialmente non solo ai parenti delle vittime del Morandi, ma anche ai cittadini di Genova e spiegare che siamo esseri umani“. Il riferimento, implicito, è alla foto ricordo scattata in compagnia di Toscani e Benetton. Una fotografia raccontata Repubblica come un semplice errore di percorso strumentalizzato dalla stampa ostile al movimento. Tre settimane dopo un cambio di rotta, quanto mai opportuno.
Fonte: Repubblica, Il Giornale, Ansa
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