L’ex brigatista rosso Raimondo Etro, coinvolto nel caso Moro, lamenta la perdita del Reddito di Cittadinanza. E dichiara di essersi dichiarato colpevole alla Guardia di Finanza per poter tornare in carcere.
Raimondo Etro è un’ex brigatista rosso, coinvolto nel rapimento e omicio dell’esponente DC Aldo Moro e della sua scorta. Oggi ha 63 anni e, dopo aver scontato la condanna di 20 anni, è tornato in libertà. Etro, anche al di là dei suoi reati per cui ha pagato, è stato più volte oggetto di attenzione da parte dei media. Poco tempo fa è stato cacciato, in diretta, dalla trasmissione Non è L’Arena dal conduttore Massimo Giletti. La reazione inaspettata del presentatore era stata provocata da un’affermazione alquanto irriverente da parte di Raimondo Etro.
L’ex brigatista, infatti, durante l’intervista, asserì senza indugi: “Meglio avere le mani sporche di sangue piuttosto che di acqua“. Affermazione inaccettabile sempre, a maggior ragione se pronunciata all’interno di una trasmissione pomeridiana in onda su una rete pubblica e, quindi, visibile da milioni di famiglie con bambini. Ma le provocazioni di Etro non finiscono qua. L’uomo ora ha lamentato a Tpi di aver perso il Reddito di cittadinanza e, dunque, di essersi dichiarato colpevole alla Guardia di Finanza per poter tornare in carcere. “Quei 780 euro mi servivano per vivere. Se me li tolgono allora, a questo punto, meglio il carcere. E l’unico modo per sopravvivere”. In base a quanto dichiarato sembrerebbe che la misura di sostegno al reddito gli sia stata tolta non per i reati commessi nè per quanto accaduto in tv con massimo Giletti. Il Reddito di cittadinanza gli è stato tolto a gennaio ma per una banale questione burocratica. Per un cambio di residenza non dichiarato, per l’esattezza. Le norme sul reddito di cittadinanza, infatti, prevedono una pena da 1 a 3 anni per la mancata comunicazione di cambio di residenza. Etro, ora, spera di venir subito giudicato colpevole per tornare tra le sbarre. Condizione che lui ritiene preferibile. Già il fatto stesso che Etro fosse percettore del Reddito di cittadinanza fece scalpore. Ma – come chiarisce il Corriere della Sera – l’articolo 2 del decreto legge 4 del 2019 stabilisce che per essere percettori sia sufficiente non essere sottoposti a misura cautelare e non aver riportato condanne negli ultimi 10 anni. La condanna di Raimondo Etro risale a molto prima e, pertanto, nulla impediva all’ex brigatista di beneficiare di tale misura di sostegno economico voluta dai Cinque Stelle. In Parlamento sono già state presentate interrogazioni in merito ma, fino ad oggi, la norma a firma grillina non è stata modificata.
Fonte: Tpi, Corriere della Sera