Sardine, iniziano i problemi: piazze vuote, contestazioni e addii

La critica più aspra per le “Sardine” arriva proprio da una millennial. E come lei tanti non riescono a capire la mancanza di coraggio di Mattia Santori e gli altri. Quando un movimento fondato da Millennial inzierà a parlare dei problemi dei Millennial?

Scampia flop Sardine - Leggilo.org

 

Un breve lettera, pubblica dal The Post Internazionale, scritta da una giovane millennial che vive e studia a Londra, che mette in risalto tutte le contraddizioni di un neo movimento, quello delle “Sardine”. Un gruppo di giovani che non parla dei problemi dei giovani, che teme di esporsi fino alla fine. Sono tante le critiche ricevute da Mattia Santori e soci, dai tanti giovani che speravano in un manifesto programmatico più coraggioso. Scrive la giovane: “Caro Mattia, sono una tua coetanea, una dottoranda che vive a Londra insieme a tanti connazionali. Basta odio, antifascismo, rispetto per chi viene da lontano su barconi malmessi, costruire ponti e non muri, diritti civili, basta odiare, basta odiare. Sottoscrivo tutto, Mattia. Non odio nessuna delle cose che dite, anzi le condivido. Ma non può bastare”.

La giovane, che si firma G., continuava con queste parole: “Mi chiedo se oltre a cantare ‘Bella Ciao’ ci sia spazio per altro. Per quei diritti sociali di cui la nostra Sinistra si é scordata da ormai troppo tempo. Bisogna parlare di lavoro Mattia, di salari giusti e dignitosi, di investimenti pubblici e pensioni, di privatizzazioni e ineguaglianze. Non possiamo più aspettare. L’odio non nasce perché siamo diventati di colpo brutti e cattivi. L’odio, il risentimento, la rabbia, nascono dopo trent’anni in cui nessuno ha fatto i nostri interessi, in cui i più ricchi si sono arricchiti e i più poveri si sono impoveriti. Le aziende chiudono, i turni sono massacranti, le famiglie si sgretolano, le periferie irrompono nei notiziari, non si arriva a fine mese. Dobbiamo parlare di queste cose, perché sono importanti. Perché non possiamo più rimandare”.

Nella lettera c’era la delusione di chi ha sperato in un movimento a Sinistra che abbia capito gli errori commessi in passato, di chi vuole voltare pagina. Continua: “Dobbiamo toglierci dalla dicotomia per cui se critichi l’Europa sei un populista di Destra, mentre se sei di Sinistra dell’Europa ti va bene tutto. Non possiamo lasciare alla Destra xenofoba e fascista un malcontento generato da politiche che hanno messo in ginocchio molte realtà, e molte persone. Dobbiamo criticamente dire che quest’Europa che ha (anche, oltre all’Erasmus per carità) aumentato le diseguaglianze va rivista, va pensata, va combattuta laddove c’é da combattere e appoggiata laddove c’é da appoggiare”.

Ma può un movimento fondato da dei Millennial ignorare questi problemi? O seguire partiti che questi problemi li hanno sottovalutati o peggio creati? In altre parole, Mattia Santori e soci sono pronti ad essere un’alternativa? La ragazza continuava così: “Purtroppo però non c’é stata nessuna rivoluzione, la rivoluzione é tornare (o iniziare?) a dire che bisogna smetterla di lavorare gratis, senza ferie e senza malattia, bisogna esigere riforme, investimenti pubblici per la nostra povera sanità e le nostre scuole che cadono a pezzi. Ho sempre avuto fiducia nell’umanità, e penso che l’odio sia ingiustificato ma non possiamo cercare di non vedere alle cause strutturali che lo hanno incrementato. Non c’é nessuna buona ragione per non parlare di queste cose, dei diritti sociali. Non bisogna essere “tecnici” per parlare di economia, alla fine ce l’hanno voluta spacciare come una scatola nera di calcoli complicati e altro non é che politica anch’essa. Quindi se parli di diritti civili, puoi parlare di diritti sociali. Spero che lo farete, e magari allora mi unirò al canto Bella Ciao. Buona fortuna Mattia, a te e a tutti noi Millennial bistrattati di precariato, crisi e sensi di colpa”.

Le parole della ragazza non hanno sortito l’effetto sperato, anzi. Dopo il clamoroso flop dell’evento a Piazza Dante a Napoli, dove era stata indetta una contromanifestazione per l’arrivo di Matteo Salvini in città, il portavoce partenopeo, Bruno Martirani, sarebbe stato espulso.

A denunciarlo dalle colonne de Il Messaggero, è lui stesso: “Arrivato a casa ho scoperto che i burattini napoletani di Santori mi avevano cancellato dalle chat interne e dalla gestione della pagina e del gruppo Facebook che, tra le varie cose, avevo creato personalmente”. Un’epurazione in piena regola figlia non solo di una piazza semivuota – secondo Fanpage l presenze non superavano le poche centinaia di persone – quanto anche della contestazione avvenuta a fine evento. Conclude Martirani: “È importante che tutti sappiano di fronte a cosa si trovano quando si parla di Sardine. La partecipazione e la democrazia sono molto lontane da questa storia”. Che tirasse una brutta aria nel movimento lo si era capito già la scorsa settimana quando, in occasione dell’incontro tra Santori e il gruppo fondatore bolognese con il Ministro per le Autonomie Francesco Boccia, dove si è parlato principalmente del Sud, Vincenzo Petrone, Sardina proveniente dalla Basilicata, aveva contestato apertamente Santori perchè non era stato invitato alcun esponente lucano. Santori aveva già dimostrato di non voler tollerare alcuna critica. Come racconta Il Corriere della Sera, dinanzi alle parole del giovane lucano – “Chi ha deciso che voi siete le sardine lucane? Noi abbiamo portato per la prima volta il sud dentro l’agenda politica, se non ti sta bene vuol dire che non ti interessa” – Santori aveva preferito non rispondere, invitando gli altri a “lasciarlo da solo”.

 

Stamane lo stesso Petrone ha denunciato di essere stato espulso, proprio a causa di quella contestazione. E sarebbe dunque il secondo in meno di una settimana. Come riporta Open, il giovane lucano ha dichiarato di essersi trovato fuori dalle Sardine proprio a causa di quella contestazione: “Ho partecipato con entusiasmo al movimento delle Sardine dall’inizio. Ma mi sono chiesto che senso ha che un movimento appena nato, ancora col latte alla bocca, si presenti nei palazzi del potere, dai ministri. Chi ha deciso di venire qua dai ministri? Noi non lo abbiamo deciso. Questi non parlano di cose concrete, fanno solo slogan”. A stretto giro è arrivata anche la risposta del gruppo fondatore bolognese che ha raccontato la sua versione dei fatti. Per Santori e soci, Petrone si sarebbe “auto-eliminato”, ma hanno lanciato un affondo molto discutibile sulla possibilità o meno di criticare dall’interno il movimento: “Se una Sardina lucana prende una strada diversa è libera di farlo. Ma non si può dire che è stato espulso da noi. Certo è che se fai contestazioni pubbliche, sceneggiate, rilasci interviste in cui critichi le Sardine su tutto, allora dovresti domandarti tu stesso se questo movimento fa per te”. Un concetto ribadito anche dal leader del movimento Mattia Santori, nel corso di un’intervista al Corriere: “Le persone che ci contestano non sono Sardine”.

 

Fonte: The Post Internazionale, Il Messaggero, Open, Il Corriere della Sera, FanPage

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