Secondo i dati Istat, nell’ultimo trimestre del 2019 l’industria italiana ha subito un forte tracollo. Era dal 2014 che non si registrava una decrescita simile.
A partire dal 2014 l’industria italiana aveva iniziato a registrare una lenta risalita. A inizio 2019 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – come riferiva Adnkronos – nel corso di un’intervista, si era lanciato in previsioni parecchio ottimiste “Sarà un anno bellissimo. L’Italia ha un programma di ripresa incredibile e, soprattutto, andiamo tutti d’accordo. Tra me, Di Maio e Salvini non ci sono tensioni”. Ma purtroppo il 2019 è stato un anno orribile, il peggiore degli ultimi 6 anni. Come riferisce la Repubblica, dai dati Istat emerge un quadro piuttosto desolante. Se dicembre 2018 chiudeva a + 0,6%, dicembre 2019 ha registrato, invece, un calo dell’ 1,3%: il calo più imponente registrato dal 2014 ad oggi. Il settore più colpito da questo tracollo è stato quello degli autoveicoli che, nel 2019, è precipitato del 13,9%. Non buona la situazione anche di chi produce prodotti petroliferi raffinati che ha assistito ad un calo del 9,3%. Gli unici settori che si sono salvati e hanno registrato anche una, seppur lieve, crescita sono stati quello alimentare, quello del tabacco, quello della produzione dei computer e quello dell’energia elettrica.
L’anno si era aperto bene, con un incremento della produzione nel primo trimestre. Ma gli ultimi tre mesi del 2019 sono stati catastrofici per l’economia del nostro paese e hanno visto un’inversione di tendenza rispetto al quinquennio precedente. Se applichiamo gli standard sul Pil, possiamo dire, senza se e senza ma, che il settore della produzione industriale sta attraversando una fase di recessione. E – come spiega Il Fatto Quotidiano – si tratta di una recessione sia congiunturale, cioè su base mensile, sia tendenziale, cioè su base annua. Infatti non solo il 2019 ha visto un dietro front dell’1,3% rispetto al 2018 ma il solo mese di dicembre ha registrato un calo del 2,4% rispetto a novembre del medesimo anno. E, in questo caso, il calo ha colpito pressoché tutti i settori produttivi. Ma il Ministro dell’Economia, il Dem Roberto Gualtieri – come riporta la rivista dei consumatori Codacons – si dice ottimista e fiducioso. Queste sono state le sue parolenel corso dell’ intervento all’ Assiom Forex: ” Il calo registrato nel 2019 è legato a fattori transitori, non c’è da preoccuparsi. Anzi: tutti gli indicatori fanno presupporre che possa esserci un recupero nel primo semestre del 2020“. Il Ministro Gualtieri, inoltre, ha sottolineato che ci saranno sorprese molto positive sul fronte “spread” dove si preannuncia una forte contrazione. Secondo Il Ministro dell’Economia la contrazione dello spread provocherà un aumento degli investimenti fissi lordi di 3,2 punti percentuali, nel periodo 2019-2022, e un aumento del pil di 1,4 punti.
Fonte: Adnkronos, Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Codacons