Il Ministro dell’Interno si dice allarmata per la crescente tensione alimentata da una politica che si esprime con toni sempre più aggressivi. E promette interventi drastici.
Il Capo del Viminale Luciana Lamorgese ha incontrato il giornalista Carlo Bonini per parlare delle intimidazioni ricevute dal quotidiano Repubblica nelle ultime settimane. Due giorni fa, infatti, sono state spedite 6 lettere contenenti minacce e materiale, la cui sostanza è al vaglio delle autorità, indirizzate al direttore Carlo Verdelli e al fondatore Eugenio Scalfari. Poche settimane fa era scattato un allarme bomba nella sede romana, poi rientrato. Partendo da questi episodi, Lamorgese, ha rilasciato dichiarazioni importanti e, dato il suo ruolo istituzionali, profondamente angoscianti.
Il Ministro parla di pericoli esistenti, di odio crescente, anche nei suoi confronti, e di un Dicastero che sembra stia lavorando da tempo in questa direzione. Spiega Lamorgese: “Le dico la verità, sono piuttosto preoccupata. Le lettere e i messaggi di odio a Repubblica sono un fatto di estrema gravità. Quel che conta è il gesto. Perché il gesto, in sé, indica insieme un’emergenza e un fallimento”. Il Ministro ritiene di essere anch’essa finita nell’odio della rete, a causa delle politiche adottate specie nel campo dell’immigrazione, citando uno specifico episodio quello dello sbarco concesso alla nave Ong Open Arms. Continua il Ministro: “È successo anche a me dopo aver autorizzato lo sbarco dovuto, perché legittimo e nel pieno rispetto della legge, dei migranti a bordo della Open Arms. Sono stati i miei figli a raccontarmi il florilegio di epiteti che mi è stato rovesciato addosso dopo quella decisione”. Gli episodi verificatesi in questo mese nel Paese, secondo il Ministro, dimostrano che vi è un problema generale nella società italiana. Lamorgese parla addirittura di ignoranza storica, prendendo una posizione netta: “Questa è un’emergenza culturale e civile. La scritta nazista di Mondovi, la violenza verbale riservata a Liliana Segre, lo stillicidio di manifestazioni razziste, xenofobe e direi più in generale il disprezzo per il cosiddetto ‘diverso’, dimostrano che è stato superato l’argine dovuto all’assoluta ignoranza della storia”.
Molti esponenti della Maggioranza di cui fa parte, attribuiscono la tensione che si respira nel Paese alla comunicazione del Centrodestra e in particolar modo del leader della Lega, nonchè suo predecessore Matteo Salvini. E viceversa, d’altronde, con l’opposizione che accusa l’Esecutivo guidato dal Presidente Giuseppe Conte di alimentare il conflitto sociale con politiche sbagliate, anche nel campo dell’immigrazione. Ma Lamorgese sembra non voler entrare nel conflitto politico, benchè rappresenti l’espressione di un patto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che proprio sulla poltrona che fu di Salvini, hanno voluto un ex prefetto che spingesse per un cambio di rotta al Viminale. Il dibattito politico è sempre più aspro, ma per Lamorgese ciò è responsabilità di tutti i nostri politici.
Dichiara il Ministro: “Del senatore Matteo Salvini non parlo. È una regola che mi sono data e a cui non intendo derogare. La politica, tutta, a prescindere dunque dagli schieramenti, ha urgente bisogno di una igiene delle parole e dei comportamenti”. Ma cosa sta facendo il Ministero dell’Interno per arginare quello che ritiene, dunque, il primo dei problemi, dal punto di vista delle sue competenze, di questo Paese? Racconta Lamorgese: “È un lavoro complesso che richiede tempo, pazienza ed evidentemente uno sforzo e una collaborazione di tutti gli attori istituzionali. Perché investe la sfera della famiglia, dell’educazione, del web, dei social network, non solo della prevenzione di polizia. Bisogna andare nelle scuole, come fa, ad esempio, Liliana Segre”. Forse, nonostante i tentativi di camminare sul bordo del dibattito politico è la prima volta che si vede il Ministro Lamorgese alzare così tanto il tiro. Ciò è probabilmente dovuto ai mesi di battaglia politica che le si prospettano dinanzi. Il Capo del Viminale ha infatti annunciato settimane fa di voler iniziare la modifica, nonchè lo smantellamento nei suoi punti più importanti, dei Decreti Sicurezza voluti dal suo predecessore, come spiega Il Giornale. Ed è probabile che sarà sempre più presente in tv e sui quotidiani, data la delicata operazione amministrativa, e forse impopolare, che l’attende. Il Ministro poi chiosa: “Che Paese vogliamo consegnare ai ragazzi e ai giovani che domani saranno la sua classe dirigente? Cerco di farlo quando ritengo sia utile. Vedo attualmente un fallimento. Ebbene, io a questo fallimento non voglio rassegnarmi e penso non sia giusto rassegnarsi”.
Fonte: Repubblica, Il Giornale
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