Ora concitate nella Maggioranza del Governo guidato dal Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte. L’ex capo politico, e attuale Ministro degli Esteri
Luigi Di Maio ha annunciato una manifestazione a Roma, prevista per il 15 febbraio. Come riporta
Repubblica, Di Maio chiama a raccolta tutti per difendere il taglio dei vitalizi per i parlamentari approvato nel 2018:
“Sapevamo che il sistema voleva cancellare le nostre leggi ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto di vitalizi. Io il 15 febbraio sarò con voi”. E infine attacca:
“Vogliono cancellare tutto quello che abbiamo fatto, no alla restaurazione”. Una posizione delicata, sotto vari aspetti. In primo luogo è certamente insolito che il primo partito per numero di rappresentanti in Parlamento indica una manifestazione di protesta accusando un tentativo di cancellazione dei lavori fatti in questi anni. A chi si rivolge questa piazza? Risulta chiaro che, qualora volesse, dati i numeri alla mano, il
Movimento 5 Stelle potrebbe sbattere i pugni sul tavolo in Cdm e ritentare, in caso dovesse andare in porto il reintegro dei vitalizi, l’assalto. Ciò che appare è il tentativo di ridare ad un Movimento sofferente l’immagine di essere sotto attacco da parte di un’intera classe dirigente, compresa quella alleata, cercando di nuovo quell’etichetta di anti-sistema che tanto aveva dato forza. Cosa decisamente improponibile, dal momento che i grillini sono stati protagonisti, nel bene e nel male, di ben due Governi, con il Centrodestra e il Centrosinistra, nel giro di due anni. Tesi, quella della pulizia di un’immagine ormai opaca, avallata anche dal fatto che il Senato non si è ancora espresso in merito in Commissione. Come spiega
Associazione ex Parlamentari:
“Risulta senza precedenti e preoccupante che si vogliano mettere in piedi manifestazioni contro una sentenza che ancora non esiste per condizionare e delegittimare i ‘giudici interni’ del Senato”. In secondo luogo, l’annuncio di questo evento, segna il ritorno dello stesso Di Maio
dopo l’abbandono della guida del M5S. Con gli stati generali slittati da marzo ad aprile, anche se non c’è una data specifica a riguardo, e soprattutto l’incapacità di guida del reggente
Vito Crimi in queste ore caldissime per il Governo, il Movimento ha bisogna di una guida. E ciò che era impensabile fino a qualche settimana fa, ovvero il ritorno del politico pomiglianese sulla stessa poltrona, diventa più probabile ora dopo ora. Perchè, semplicemente, l’alternativa non c’è.
Roberto Fico, Presidente della Camera, fedelissimo di Beppe Grillo, uno che c’era sin dalla prima ora, ha incassato due giorni fa una cocente sconfitta nella sua Campania. Fico aveva infatti proposto un’alleanza con il Governatore uscente del Partito Democratico
Vincenzo De Luca per le prossime regionali previste in maggio. Offerta bocciata, sulla piattaforma Rousseau, dagli attivisti campani con quasi il 90%. Una proposta che però ha indispettito molti portavoce campani, tra cui la stessa capogruppo in Regione Valeria Ciarambino, che da ormai 5 anni stanno all’opposizione del Centrosinistra. E anche l’altro papabile candidato alla guida, il Ministro
Alfonso Bonafede, vive ore tesissime a causa del veto di Matteo Renzi e Italia Viva sulla sua Riforma della Giustizia. Mentre
Alessandro Di Battista è quasi in auto-esilio in Iran e non ha alcuna voglia di riprendere in mano una patata tanto bollente.