Il Sindaco del capoluogo siciliano ha voluto rispondere agli attacchi del leader della Lega in occasione di un evento nel Teatro Massimo. Ennesimo duello a distanza tra i due.
Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando è tornato sulla visita di Matteo Salvini nella città siciliana di lunedì scorso. La visita del leader del Carroccio si è conclusa con l’evento del Teatro Massimo, dove Salvini ha attaccato pesantemente il primo cittadino. Come riporta Il Giornale, in un teatro gremito, Salvini ha dichiarato: “A sentirlo parlare sembra il Sindaco di Zurigo. Qui manca il lavoro, i giovani emigrano all’estero. Siccome per il Sindaco la città funziona, lui si occupa di migranti, perchè i palermitani sono tutti contenti”. A stretto giro è arrivata la risposta del Sindaco Orlando che, ai microfoni dello stesso quotidiano milanese, ha voluto contrattaccare sul tema dell’accoglienza e dei migranti: “Questa città ha vissuto e vive un cammino di crescita e di accoglienza, di rispetto per i diritti umani di tutti. In questa città non ci sono migranti, siamo tutti palermitani”. Stando alle cifre pubblicate dalla Fondazione Migrantes, coadiuvato dall’Ufficio Statistiche del Comune, nel capoluogo siciliano vivono quasi 30mila stranieri, a fronte di quasi 32.541 palermitani che vivono all’estero. Non si hanno però notizie ufficiali circa gli immigrati che vivono illegalmente sul territorio. La polemica era iniziata nel pomeriggio, quando un gruppo di contestatori, appartenenti alle Sardine palermitane, ha impedito a Salvini di visitare lo storico mercato di Ballarò, nel centro della città. L’occasione era stata presa al balzo dal Sindaco Orlando, come spiega Il Fatto Quotidiano, per attaccare l’ex Ministro dell’Interno: “Salvini ha perso una grande occasione per spiegare ai residenti e ai commercianti di Ballarò le sue idee. Evidentemente dovendo scegliere fra twittare in modo compulsivo senza contraddittorio e confrontarsi coi cittadini, ha scelto una molto meno rischiosa fuga”. Parole che hanno provocato l’immediata reazione del Segretario del Carroccio, che ha risposto a tono: “Un senatore della Repubblica non può andare a visitare un quartiere invitato dai cittadini di quel quartiere? Siamo in Unione Sovietica? Qua c’è qualcuno che ritiene che alcuni quartieri della città siano ‘cosa sua’. La prossima volta andrò a Ballarò e poi lo dirò”.
Fonte: Il Giornale, Il Fatto Quotidiano
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