George Soros, in una lunga intervista al Corsera, ha parlato delle nuove sfide che attendono l’Europa e del ruolo che possono avere i movimenti giovanili contro i populismi, comprese le Sardine. E rivendica l’attacco alla lira del 1992.
Il magnate George Soros, in occasione della presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Democrazia! Elogio della società aperta”, pubblicato in Italia da Einaudi, ha parlato delle grandi sfide che attendono l’Europa e il mondo. Lo ha fatto in un lungo colloquio con Il Corriere della Sera, dimostrando ancora una volta grande attenzione verso la politica del nostro Paese. Il miliardario statunitense, con un patrimonio stimato di 8,9 miliardi di dollari, a 89 anni, dopo una vita passata tra le Borse di tutto il mondo, si ritiene oggi uno degli ultimi filantropi e con le sue diverse Fondazione finanzia progetti in tutto il mondo. Apprezzato e odiato, è oggi una delle figure che più spesso ritorna nelle dispute politiche. Spiega Soros: “L’Europa è minacciata da due pericoli: la sopravvivenza della società aperta e il cambiamento climatico, che potrebbe distruggere la civiltà. Dalla fine dell’anno abbiamo visto un’accelerazione di eventi niente male, ecco perché ho speranza. Ad esempio le Sardine, un movimento dal basso, che ha davvero fatto arrabbiare Salvini. E poi un fenomeno dall’alto: i sindaci sono diventati molto attivi in tutto il mondo, ma in particolare in Europa”. E cosa pensa invece del Presidente degli Usa Donald Trump, che spesso lo ha accusato di finanziare il Partito Democratico degli States? Risponde Soros: “Ho visto Trump parlare al Forum di Davos in tv. Ha fornito informazioni false, ma devo ammettere che è bravo. Ha molto talento a convincere la gente, ma è un truffatore e un narcisista. Facebook rappresenta un grande aiuto per Trump, che sa usare i social media e li sfrutta”. A Soros non si poteva non chiedere dell’assalto del 1992 contro la lira e la sterlina: “Nessun rimpianto, ho semplicemente anticipato gli eventi. Perciò lo considero un mio successo”. Come aggiunge Il Giornale, quell’attacco obbligò i vertici della Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio e portò la nostra moneta ad una svalutazione del 30%. L’elogio alla società aperta anticipa i suoi nuovi obiettivi. E fa sicuramente un certo effetto leggere dell’endorsement di Soros verso Mattia Santori e soci proprio alla vigilia della lettera inviata dalle Sardine al Premier Conte in cui si elencano i punti per l’inizio del dialogo con l’Esecutivo. Una mossa strategica? Vedremo.
Fonte: Il Corriere della Sera, Il Giornale