Continua la polemica sull’incontro tra il gruppo fondatore di Bologna e Luciano Benetton presso “Fabrica” a Treviso. Critiche alle Sardine sono arrivate dal Centrodestra nella giornata di ieri. Ma c’è chi attacca anche dall’interno e promette che di questa uscita se ne riparlerà durante la riunione nazionale di Scampia.
C’è aria di crisi all’interno del movimento delle Sardine. L’incontro presso “Fabrica”, lo spazio creato da Oliviero Toscani che studia comunicazione e marketing, con l’imprenditore Luciano Benetton continua a far discutere. Perchè la foto in cui Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa e Roberto Morotti, fondatori del gruppo bolognese, si mostrano sorridenti vicino al noto imprenditore è apparsa uno scivolone ai più. Ed è arrivata in un momento molto delicato per Benetton, nei giorni in cui si discute la revoca delle licenze ad Autostrade Spa, voluta dal Movimento 5 Stelle, che accusa la stessa azienda come la prima responsabile dei mancati controlli che portarono al crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018. Nella giornata di ieri le polemiche sono state così aspre da costringere Mattia Santori e soci a rispondere alle accuse ed a chiarire la propria posizione. E lo hanno fatto ancora una volta a nome di tutto un movimento che, vogliano o no i bolognesi, è divenuto di portata nazionale. Gesti che non hanno fatto altro che alimentare la polemica interna. Come riporta Repubblica, le Sardine bolognese hanno cercato di mettere un punto alle discussioni: “Una foto non fa primavera. Non abbiamo pensato che sarebbe stata strumentalizzata per associare le Sardine ai poteri forti. Chi pensa che incontrare dei ventenni interessati al legame tra creatività e tematiche politiche sia un endorsement a un modello di sviluppo che ha dimostrato di essere non sostenibile si sbaglia”. Mattia Santori e gli altri si sono affrettati a spiegare che l’incontro è stato richiesto da Oliviero Toscani, ma fa di certo sorridere che un movimento che nei mesi scorsi aveva richiesto ai partecipanti nelle piazze di non portare alcun simbolo di partito per non essere strumentalizzato, non abbia fatto i dovuti calcoli sull’impatto mediatico che avrebbe prodotto l’incontro. Un ulteriore tentativo di gettare acqua sul fuoco è arrivato stamane dalle colonne de Il Corriere della Sera, dove lo stesso Santori fa un timido mea culpa: “È stata un’ingenuità perché ha offerto un assist a tutti quelli che non vedevano l’ora di screditarci. Un errore, prima o poi doveva capitare. Ma anche chi ci apprezza deve capire che non siamo infallibili”. E, di fatti, nella giornata di ieri, come riporta HuffingtonPost, la portavoce calabrese del movimento Jasmine Cristallo ha attaccato pesantemente il gruppo bolognese, promettendo battaglia nella prossima riunione nazionale prevista a Scampia il prossimo 14 e 15 marzo. Scrive Cristallo: “Nell’immediatezza del dopo elezioni c’era da attendersi una riflessione collettiva per promuovere fattori di comunità nei territori. È l’avvio di questa pratica che ancora di più ci porta a dire quanto sbagliato e improprio sia stato l’incontro con Benetton”.
Cristallo precisa che “i quattro amici di Bologna non erano in ‘visita ufficiale”: erano quattro persone ospiti in un luogo, e non certo ‘le sardine“. Ma alla fine risulta evidente che il gruppo bolognese, che detiene la proprietà del simbolo delle Sardine, non abbia comunicato a nessuno degli altri portavoce di questo incontro. E la dice certamente lunga su che struttura Mattia Santori e soci vogliano dare al nuovo movimento. Di certo un passo falso, che aprirà una seria ed importante discussione all’interno delle Sardine. Sempre che i bolognesi lo permettano.
Fonte: Repubblica, HuffingtonPost, Il Corriere della Sera
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