Il neo Presidente dell’Emilia-Romagna nel suo discorso di ringraziamento ha voluto mandare un messaggio a Mattia Santori e soci. Poi un attacco alla Lega, che ha voluto in tutti i modi far diventare il voto di domenica un test nazionale.
Una vittoria per nulla scontata quella di Stefano Bonaccini. Lo sa bene il candidato della coalizione di centrosinistra che è arrivato nel suo quartier generale a notte fonda, quando ormai avevano cantato vittoria già il Segretario dem Nicola Zingaretti e Lucia Borgonzoni aveva accettato la sconfitta. La solita pacatezza per Bonaccini che sa bene di potersi, e doversi, prendere tutti i meriti per questa vittoria. Lui che ha tolto tutti i simboli del Partito Democratico nelle sue iniziative e non ha rincorso il leader della Lega Matteo Salvini sul voto nazionale, sul test per il Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E mentre i big del suo partito pensano a rimodellare gli assetti della Maggioranza a Roma, lui è pronto a risedersi su quella poltrona, consapevole di aver compiuto un mezzo miracolo. E non a caso, la prima cosa fatta è stata ringraziare quel movimento “Sardine” che tanto entusiasmo ha portato nella sua campagna elettorale e che alla fine è stato decisivo per far tornare un elettorato deluso alle urne. Bonaccini 5 anni fa trionfò con appena il 35% di affluenza, un dato bassissimo, mentre oggi ha vinto con quasi il doppio delle persone recatesi alle urne. Come racconta Open, il neo Governatore ha mandato un messaggio importante: “Ci eravamo dimenticati di stare in piazza, di stare di più tra le persone. Ce l’hanno ricordato le Sardine”. E i ringraziamenti a Mattia Santori, portavoce del movimento nato a Bologna lo scorso novembre, sono arrivati anche dal Segretario Pd Zingaretti. Come riporta Tgcom24, Zingaretti ha voluto mandare anche un segnale forte, ovvero che senza la spinta propulsiva della società civile, il Partito Democratico non può arrivare lontano: “Un grazie immenso alle Sardine, finalmente torniamo ad interloquire con la società civile”. Ringraziamenti importanti che fanno lecitamente pensare che il ruolo dei ragazzi fondatori del movimento non si sia esaurito con le urne chiuse. Vedremo. Bonaccini non ha perso occasione per inviare una stoccata a Matteo Salvini, che aveva promesso di liberare la Regione: “Agli emiliano-romagnoli non è piaciuto chi è andato a suonare ai citofoni. La mia sfidante? Lucia Borgonzoni è stata oscurata dal suo stesso partito”. Quella che poteva essere la grande arma del centrodestra, ovvero trasformare queste regionali in un test sul Governo Conte non ha avuto gli effetti desiderati. Anzi, spiega Bonaccini: “La scelta di usare l’Emilia-Romagna per altri fini gli emiliano-romagnoli non l’hanno capita”. Altro aiuto è arrivato anche dal voto disgiunto di molti elettori grillini, che dinanzi alla disfatta del loro Movimento hanno preferito sostenere il Governatore uscente. Ora tocca governare, ben sapendo che la Lega ha attraversato il Po con tutta la sua forza.
Fonte: Open, Tgcom24