L’occasione ghiotta potrebbe arrivare paradossalmente dalla sconfitta in Emilia-Romagna, Presidente della Repubblica permettendo. Ma anche in caso di vittoria l’Esecutivo deve cambiare in fretta la sua velocità di rotta.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è pronto per l’assalto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E potrebbe trovare la forza proprio dalla sconfitta del Centrosinistra in Emilia-Romagna e in Calabria. Il voto di oggi è un test nazionale a tutti gli effetti e crea le condizioni giuste per un cambio a Palazzo Chigi. Un calcolatore come l’ex Premier ha studiato tutto nei minimi dettagli da tempo. L’impegno del suo nuovo partito nella Regione rossa per eccellenza è stato minimo. E mentre il Centrodestra in caso di vittoria chiederà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di portare il Paese alle urne, Renzi prepara il suo piano. Come spiega Tommaso Ciriaco dalle colonne di Repubblica, in caso di sconfitta di Stefano Bonaccini il Partito Democratico dovrà fare i conti con la perdita di quella era considerata, fino a non molto tempo fa, la sua roccaforte. E soprattutto si aprirà il processo a Nicola Zingaretti, che in meno di un anno ha già collezionato due pesanti sconfitte, alle Europee e in Umbria. E sarà facile addossargli le colpe di un Governo che ha voluto fortemente. Dall’altra parte, Luigi Di Maio che ha stretto quel patto con il Segretario dem, è attualmente fuori dai giochi, ma guarda con interesse alle mosse dell’ex Sindaco di Firenze. Nel mezzo l’unica certezza: nessuno vuole andare al voto, nessuno farebbe un tale salto nel buio. Quantomeno non prima dell’approvazione di una Legge Elettorale che possa evitare una stragrande vittoria di Matteo Salvini. E l’ostruzionismo di questi mesi di Italia Viva sulla prescrizione o sulle revoche ad Autostrade Spa, solo per citarne alcune, dimostrano che il piano è in atto da tempo. E potrebbe portare alla clamorosa spallata al Premier Conte anche in caso di vittoria in Emilia-Romagna, perchè i suoi numeri, in Aula, sono sempre più risicati e il M5S, che tanto aveva creduto in lui, è allo sbando e non può proteggerlo per molto. Nel Partito Democratico che attende con ansia l’esito delle urne c’è anche una sponda importante, quel Dario Franceschini pronto ad attaccare il Segretario in caso di sconfitta. Come aggiunge Il Giornale, Renzi in questi giorni, proprio alla viglia delle regionali, ha esortato il Premier a “cambiare passo”, intestandogli la lentezza dell’Esecutivo che tanto potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore di Lucia Borgonzoni. E non sarebbe fantapolitica pensare che un’ulteriore mano possa arrivare dal voto definitivo sulla richiesta all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Conte ha sempre rivendicato, nel discorso in occasione della caduta del Governo giallo-verde e in quello di insediamento del Governo giallo-rosso, il lavoro svolto al fianco dell’ex Ministro dell’Interno sul tema dell’immigrazione. E se Salvini dovesse dimostrare, come ha intenzione di fare, che la scelta fu collegiale e decisa in Cdm ecco che si aprirebbe un nuovo fronte di attacco da sfruttare. Domenica sono tanti quelli che rischiano sul voto delle regionali.