Nei giorni scorsi arrivata la bocciatura della Corte Costituzionale per il referendum promosso dalla Lega sulla nuova legge elettorale. E oggi è arrivato il via libera
Matteo Salvini e la Giustizia: nei giorni scorsi Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile la richiesta di indire un referendum, da parte della Lega, per la prossima legge elettorale. Il quesito referendario del Carroccio prevedeva il superamento delle norme attuali del sistema, basate sul proporzionale, per il passaggio ad un maggioritario puro. Il referendum è stato proposto da 8 Consigli regionali, Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria.
Secondo Repubblica, fonti vicino alla Consulta guidata dal neo Presidente Marta Cartabia, avrebbero fatto sapere che la scelta è arrivata con una maggioranza ampia e condivisa, mentre le motivazioni della Suprema Corte verranno depositate il prossimo 10 febbraio. Per la Consulta il quesito referendario è stato bocciato perchè considerato “eccessivamente manipolatorio”. Non si sono fatte attendere le prime reazioni dal mondo politico. Esulta la Maggioranza, che da un lato può tornare a lavoro sul modello tedesco proporzionale denominato “Germanicum” che sembra accontentare Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ma non Italia Viva. Dall’altro impedisce, qualora dovesse essere ammesso il referendum sul taglio dei parlamentari, la doppietta alle urne nella prossima primavera. Per Nicola Zingaretti, segretario dem: “Un altro bluff di Salvini è caduto. Avanti con il cambiamento”. Gli fa eco l’alleato e Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento”. Contro la decisione della Consulta, come spiega HuffingtonPost, insorgono le opposizioni, con la leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni che parla di motivazioni politiche dietro la decisione: “La bocciatura del referendum per il maggioritario era prevedibile per l’aspetto politico non gradito alla Sinistra e quindi sgradito alla maggioranza della Consulta. Ottima l’intenzione ma quasi inevitabile l’esito tecnico-politico”. Sulla decisione si è pronunciato anche il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha poi rilanciato la sfida: “È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Noi non ci arrendiamo, anzi rilanciamo e chiederemo agli italiani le firme per eleggere direttamente il Capo dello Stato”.
Intanto come riporta Adnkronos, la Cassazione ha respinto il ricorso della Procura di Agrigento contro l’ordinanza che aveva rimesso in libertà la comandante della nave Ong Sea Watch Carola Rackete. La terza sezione della Corte ha dato dunque ragione al Gip Alessandra Vella del Tribunale di Agrigento che non aveva convalidato l’arresto ritenendo non commesso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, ovvero la nave della Guardia di Finanza speronata durante l’attracco nel porto di Lampedusa, che era stato contestato a Rackete. L’avvocato della giovane auspica che la Procura della città siciliana rispetti la volontà della Cassazione: “Vedremo adesso se la Procura di Agrigento darà seguito a questa pronuncia della Cassazione e se andrà avanti su questa sua tesi. Arrestata perché aveva salvato vite umane”. Sul caso si è pronunciato anche Matteo Salvini che ha attaccato la Magistratura: “Chi ha speronato una nave della Finanza non merita la galera, chi ha fermato gli sbarchi si. Questa non è giustizia, è una vergogna”.
Ed è di poche ore da il verdetto della Giunta per le immunità parlamentari del Senato, chiamata a votare in merito all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sul caso Gregoretti, accusato di sequestro di persona. La Lega, rispettando la richiesta avanzata da Matteo Salvini, ha confermato quindi il sì al processo: “La Maggioranza vuole processare Salvini, e pretende di decidere come e quando. Se la Maggioranza pensa davvero che Salvini sia un sequestratore, l’ex ministro andrebbe fermato subito. La melina di Pd, 5S e Iv è solo una vergognosa sceneggiata. La vera sentenza sarà emessa dagli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna, e per smascherare l’ipocrisia della maggioranza voteremo sì al processo” così si è espressa Erika Stefani, a nome dei componenti. La Giunta ha pertanto respinto la proposta del presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere. Contro la proposta hanno votato i 5 senatori della Lega, a favore i 4 di FI e Alberto Balboni di FdI. In caso di pareggio, il regolamento del Senato fa prevalere i “no”
Fonte: Repubblica, HuffingtonPost, Adnkronos
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