Una donna marocchina si è data fuoco davanti al Tribunale di Mestre dopo che i giudici hanno deciso di dare in addozione la sua bambina.
Sono molto gravi le condizioni della donna di origini marocchine che si è data fuoco davanti al Tribunale dei minori di Mestre. Il tragico gesto è stato dettato dalla disperazione di questa mamma dopo che i giudici hanno dichiarato come “adottabile” la sua bambina. Prima di cospargersi di liquido infiammabile – riporta la Repubblica – la donna ha protestato esibendo un cartellone su cui, in un Italiano stentato, si faceva riferimento ad una sentenza che lei riteneva ingiusta. In base a tale sentenza il presunto padre della bambina, un uomo italiano residente nel trevigiano, avrebbe “violentato l’infanzia della figlia facendola finire nelle mani delle comunità“. Dopodiché la donna ha afferrato una tanica con del liquido infiammabile e dopo essersi cosparsa di liquido si è data fuoco. Sono prontamente intervenuti con degli estintori alcuni dipendenti che hanno assistito alla scena. Uno di loro, nel tentativo di soccorrere la donna, ha riportato anche alcune ustioni per fortuna di leggera entità. La donna, invece, in un primo momento è stata trasportata all’ospedale all’Angelo di Mestre. Poi, dopo opportune valutazioni da parte dei medici, è stata trasferita al Centro ustioni di Padova, dove si trova tutt’ora in gravissime condizioni. Ora la Polizia di Stato sta cercando di fare chiarezza sulla sentenza di cui la donna ha fatto riferimento nel cartellone di protesta in base alla quale le è stata tolta la piccola. Sulla base dei primi accertamenti – riporta Il Fatto Quotidiano – è emerso che la figlia, di nome Sofia, le è stata tolta dal Tribunale dei minori di Venezia nel 2018 a causa di una certa instabilità psicologica che, evidentemente, il padre della bambina avrebbe denunciato ai giudici. Non si sa se per vendicarsi dell’ex compagna o per altre ragioni. In un primo tempo la piccola Sofia era stata affidata ad una comunità. Ora i giudici del Tribunale dei minori avrebbero stabilito di non farla ricongiungere alla madre naturale ma di dichiararla adottabile da parte di altre famiglie. Il presidente del Tribunale Maria Teresa Rossi, ha chiarito che ogni decisione è stata presa per tutelare la minore.
Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano
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