I renziani votano l’emendamento del forzista Enrico Costa. La Maggioranza passa per un soffio grazie al voto del Presidente della Commissione Francesca Businarolo. Ma la strada è ancora lunga e piena di insidie.
Nuova spaccatura nella Maggioranza guidata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nella giornata di ieri, in Commissione Giustizia, il deputato di Forza Italia Enrico Costa ha proposto un emendamento per l’annullamento delle modifiche sulla prescrizione previste dalla Riforma voluta dal Ministro Alfonso Bonafede. Emendamento appoggiato dalle opposizioni e da Italia Viva, che da mesi sta portando avanti una battaglia interna contro l’accordo Pd-M5S. I voti dei dem, grillini e di Leu avrebbero portato alla parità e quindi alla non bocciatura dell’emendamento, se non fosse stato per il voto decisivo della Presidente della Commissione Francesca Businarolo, del M5S, che ha portato il risultato finale sul 23 a 22. Come racconta Repubblica, il voto di Businarolo, che mai fino a ieri si era espressa in Commissione, ha accesso un’aspra polemica. Per Costa si tratta di un atto grave, dal momento che vi è da constatarsi anche la spaccatura della Maggioranza: “È come se l’arbitro all’improvviso segnasse il gol decisivo. Questo è solo il primo tempo della partita, perché il 27 gennaio, in aula, si celebrerà il secondo tempo. E siamo convinti di poter ribaltare il risultato”. Il Ministro grillino Bonafede, visibilmente irritato dall’ostracismo dei renziani, cerca di ostentare sicurezza e di tirare dritto, sperando di ricucire in Cdm: “Prendo atto della bocciatura. Nei prossimi giorni presenterò la riforma del processo penale”. Ma la strada che porta al 27 gennaio è irta di pericoli e in Aula può accadere di tutto, anche per la possibilità del voto segreto, che potrebbe portare più di qualche sorpresa tra i banchi dei democratici. Come racconta Corriere della Sera, Italia Viva cerca di smarcarsi dalle accuse degli alleati di Governo e invita i riformisti dem a non concedere un così importante provvedimento ai grillini. Neanche le modifiche, o meglio le concessioni di Bonafede, che limitano la prescrizione “corta” ai soli processi di primo grado che si concludono con un’assoluzione, ha accontentato i renziani, che mirano al ritorno della Legge Orlando approvata proprio durante il Governo di Matteo Renzi. E qui si arriva al paradosso: Iv vuole il ritorno di una legge voluta dall’attuale vice-Presidente del Partito Democratico. Lo stesso Pd che però vota contro. Ed è chiaro che dietro un tale accordo ci sia un patto stretto tra dem e grillini, con quest’ultimi che potrebbero accettare lo smantellamento dei Decreti Sicurezza voluti dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini in cambio. Come aggiunge la capogruppo renziana Lucia Annibali: “Noi continuiamo il nostro percorso di coerenza. Spiace, invece, prendere atto che il Pd abbia deciso di andare a rimorchio di M5S anche sulla giustizia”. A rincarare la dose ci ha pensato lo stesso leader di Italia Viva Matteo Renzi che, ospite di “Porta a Porta”, ha difeso la scelta dei suoi parlamentari in Commissione: “La Riforma Bonafede è un obbrobrio giuridico. Non abbiamo rotto la Maggioranza. Abbiamo fatto un Governo per mandare a casa Salvini, non per diventare grillini”. La partita è aperta.
Fonte: Repubblica, Corriere della Sera
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