Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato quali saranno le prossime tappe per lo smantellamento dei Decreti Sicurezza annunciato a dicembre scorso.
Luciana Lamorgese, titolare del Viminale, ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo” su La7, in una lunga intervista ha parlato dei prossimi piani del suo Ministero sul fronte immigrazione. Alcune anticipazioni erano arrivate già dal capogruppo alla Camera del Partito Democratico Graziano Delrio che aveva ipotizzato la possibilità della riapertura degli Sprar, ovvero il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che erano diffusi su base comunale. Gli Sprar, dall’approvazione dei Decreti Sicurezza voluti dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, oggi accolgono soltanto i titolari di protezione internazionale e i minori non accompagnati, mentre i richiedenti asilo vengono ospitati nei Cas e nei Cara. Questo è un passo importante per lo smantellamento dei Decreti, annunciato lo scorso dicembre dall’ex prefetto Lamorgese. La reintroduzione degli Sprar significherebbe la riapertura dei bandi per l’assegnazione a tutti i Comuni del Paese. Il Capo del Viminale ha annunciato anche altre importanti novità. In primo luogo, come racconta HuffingtonPost, le multe previste nei Decreti Sicurezza per le Ong saranno drasticamente abbassate e probabilmente fissate ai livelli pre-Governo giallo-verde, dai 10mila ai 50mila euro. Spiega Lamorgese: “Nel rivedere i Decreti ci saranno multe più basse per chi imbarca migranti senza il via libera delle autorità”. Altro punto cruciale sono i permessi umanitari. Secondo Lamorgese il sistema di attribuzione va rivisto, dal momento che, accusa, lo scorso dicembre per effetto dei Decreti: “Tutti quelli che non avevano i permessi umanitari hanno rischiato di essere buttati per strada”. E ancora: “Eravamo l’unico paese che era al 28% di permessi umanitari sul totale a fronte di un 3-4% degli altri paesi. Ma non è un bene così come è stato ridotto, dobbiamo prevedere ulteriori categorie”. Come aggiunge Il Giornale, i primi effetti del cambio di rotta del Viminale si sono intravisti nella giornata di ieri, quando Lamorgese ha autorizzato lo sbarco di due navi ong, la Open Arms e la Sea Watch, rispettivamente nel porto di Messina e di Taranto. Ma lo stesso Ministro è ben conscio del pericolo che una guerra in Libia potrebbe significare, in termini di flussi migratori, per il nostro Paese. E dichiara: “Un Paese così instabile può avere forti ripercussioni su di noi. Questo è un problema da risolvere. Speriamo si trovi una soluzione alla conferenza di Berlino”.
Fonte: HuffingtonPost, Il Giornale