Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, durante il seminario dei ministri Dem all’abbazia di San Pastore, rivendica i meriti del PD nell’aver salvato l’Italia da una catastrofe economica. Ma ci ripensa sull’idea di tornare a governare da soli.
Durante il seminario di due giorni dei ministri ed europarlamentari Dem presso l’abbazia di San Pastore, il focus è stato il nuovo progetto da cui far ripartire il Partito Democratico. Infatti – come dichiarato a Repubblica – il segretario nazionale Dem Nicola Zingaretti, dopo le elezioni in Emilia Romagna, convocherà un congresso per sciogliere il PD e dar vita ad un “partito nuovo”. Un movimento progressista, liberale e partecipato che raccolga più voci. Soprattutto le “voci di chi non ha un approdo” – parole di Zingaretti – come, ad esempio le sardine di Mattia Santori. Ma Nicola Zingaretti non rinnega l’esperimento di Governo a fianco dei Cinque Stelle. “Abbiamo salvato l’Italia dal disastro economico grazie alla nostra Manovra di Bilancio. Abbiamo riacquistato credibilità in Europa. Ma ora bisogna guardare avanti e voltare pagina”. Queste – riporta Adnkronos – sono state le parole di Nicola Zingaretti. Nessun rimpianto dunque in casa PD. Nei giorni scorsi il Segretario premeva sul fatto che il Partito Democratico è di nuovo al 20%, subito dopo la Lega di Matteo Salvini, mentre gli alleati Cinque Stelle, dall’inizio dell’esecutivo giallorosso, hanno subito un crescente declino che li ha condotti vicini al 10%. Oltre all’emorragia di parlamentari che hanno progressivamente abbandonato le fila dei grillini per passare al Carroccio o al gruppo misto come l’ex Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Durante il seminario dei Dem, invece, pare si sia già fatto un passo indietro e si sia siglato un tacito accordo: anche se si dovesse vincere in Emilia Romagna, non si tornerà al voto. Nicola Zingaretti, seguito dal vice capo Dem Andrea Orlando e dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini propongono al premier Conte e agli alleati Cinque Stelle di andare avanti con questa legislatura fino al 2023 e di formare una coalizione. Purché – come specifica il Ministro Franceschini: “Si lasci da parte ogni forma di competizione. Non si può stare al Governo tra avversari“. La rapida inversione di marcia potrebbe essere dovuta al fatto che in Emilia la candidata di Centrodestra Lucia Borgonzoni continua a crescere nei sondaggi. E una sconfitta in una regione da sempre “rossa” sarebbe un colpo troppo duro per il PD che potrebbe avere ripercussioni anche sul fronte nazionale.
Tuttavia c’è chi non è d’accordo sul portare avanti una coalizione con i grillini. Il Ministro della Difesa Marco Guerini, esponente degli ex renziani – riferisce La Stampa – preme sul fatto che il Partito Democratico sia erede non solo dei DS ma anche della Margherita e che, dunque, debba dare voce anche all’ala dei cattolici e dei moderati e non solo alla Sinistra. E intanto il gruppo degli ex renziani ha già in mente un nome con il quale sostituire Zingaretti alla segreteria del partito. Si tratterebbe del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, anche lui presente al raduno di due giorni.
Fonte: Adnkronos, Repubblica, La Stampa
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