Di Maio alle Sardine: “Sarebbe bellissimo incontrarsi”. Ma loro guardano al PD

Il capo politico grillino Luigi Di Maio in passato si era aperto alle Sardine. Ma l’opportunità di collaborare con il movimento potrebbe venirgli soffiata dagli alleati Dem.

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Nei mesi scorsi il movimento delle Sardine aveva riscosso la simpatia del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e anche l’appoggio del leader Cinque Stelle Luigi Di Maio. Un’intera Maggioranza giallo-rossa che guardava, quindi, con molto interesse al movimento fondato a Bologna lo scorso 14 novembre. E, in occasione della manifestazione del movimento tenutasi a Roma lo scorso 14 dicembre, il capo dei grillini, in una intervista al Corriere della Sera, confessò la tentazione di scendere in piazza San Giovanni. “Le piazze sono una cosa bellissima. Giorni fa ho incrociato il loro portavoce in tv e gli ho detto che sono bravissimi. Sarebbe bello lavorare insieme su ambiente, giustizia, diritti sociali, lavoro, casa e aiuto alle persone in difficoltà”. Tuttavia, Luigi Di Maio si ricredette dopo aver saputo che le sardine, per la loro prima riunione ufficiale avevano scelto uno stabile occupato illegalmente. E si rimangiò ogni proposta di possibile collaborazione. Ma se i Cinque Stelle di Luigi Di Maio hanno presto smesso di fare la corte alle Sardine, il PD di Nicola Zingaretti ravvisa, invece, nel movimento di Mattia Santori una forza fresca e nuova da cui attingere contributi. Durante un’intervista alla Repubblica, il segretario Dem ha annunciato la volontà di sciogliere il PD per dare vita ad un partito nuovo che “dia voce a chi non ha un approdo“. E tra i soggetti a cui strizza l’occhio Zingaretti vi sono proprio le sardine. Il 32enne Mattia Santori, per tutta risposta – riporta l’Ansa – ha dichiarato che vede di buon occhio la proposta di Zingaretti e che le sardine sono sempre aperte al cambiamento.

Luigi Di Maio, dunque, potrebbe aver perso un’occasione mollando il colpo con le Sardine. Soprattutto se si considera l’emorragia di parlamentari che il M5S ha subito nell’ultimo mese: i senatori Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro passati alla Lega, l’ex Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti entrato nel gruppo misto. E l’espulsione tutt’altro che pacifica del senatore Gianluigi Paragone. Voci di corridoio sostengono che, prima dell’inizio del seminario di due giorni dei ministri Dem, il capo dei grillini Luigi Di Maio e il capo del PD Nicola Zingaretti si siano incontrati e che Di Maio abbia chiesto a Zingaretti di non diventare “approdo” per coloro che decideranno di abbandonare i Cinque Stelle. Pare che Zingaretti abbia rassicurato l’alleato di Governo. Anzi – riferisce La Stampa – sembrerebbe che i Dem abbiano deciso di non sciogliere l’alleanza con i grillini ma di trasformarla in una coalizione. Probabilmente questo dietro front di Zingaretti è da ricondursi al timore di uscire sconfitti dalle elezioni regionali in Emilia Romagna e di venir rimpiazzato alle segreteria del partito dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, molto acclamato dagli ex renziani.

 

Fonte: Ansa, Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa.

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