Crescono le tensioni tra i grillini e Italia Viva di Matteo Renzi. I Cinque Stelle potrebbero cedere sul blocco della Prescrizione ma vogliono abolire il Jobs Act per ripristinare l’articolo 18.
Che non corra buon sangue tra i Cinque Stelle e Italia Viva di Matteo Renzi non è una novità. A dicembre l’ex premier bloccò addirittura un vertice sulla Manovra di Bilancio e minacciò di innescare una crisi di Governo qualora non fossero state rimosse le “tasse etiche” volute dai grillini. E fin da subito l’ex Ministro Maria Elena Boschi dichiarò: “E’ il PD che vuole governare con i Cinque Stelle. Noi no di sicuro. Noi vogliamo riprendere in mano il paese ma da soli”. E passata la bufera – almeno per il momento – sulla Manovra Finanziaria, il braccio di ferro tra il leader pentastellato Luigi di Maio e il leader di Iv Matteo Renzi prosegue su altri campi di battaglia: il blocco della prescrizione e il jobs act. Il blocco della prescrizione, o legge Bonafede, dal nome del suo primo firmatario il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, prevede che qualunque reato arrivi al primo grado di giudizio non possa cadere in prescrizione. Contro questa misura, che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2020, si sono schierati in molti e non solo dall’opposizione. Uno dei più accaniti detrattori è proprio Matteo Renzi. Uno degli esponenti del suo partito, il deputato Luciano Nobili – riporta l’Ansa – ha dichiarato: “O i Cinque Stelle si ravvedono o noi voteremo insieme a Forza Italia la proposta di Costa. Il blocco della prescrizione è l’ennesima assurdità dei grillini. Invece di pensare a queste ridicolaggini si preoccupino delle elezioni in Emilia dove usciranno distrutti”. E a causa di queste tensioni il vertice sull’abolizione della prescrizione è stato rinviato al 9 gennaio. L’ennesimo chinare il capo da parte del M5S secondo l’esponente di Forza Italia Anna Maria Bernini. Ma Luigi Di Maio, a quanto pare, ora vuole lanciarsi in nuova sfida contro l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi: l’abolizione del jobs act e il ritorno all’articolo 18.Il Jobs Act venne abrogato dal Partito Democratico proprio quando alla guida vi era Matteo Renzi. Come riferisce Il Giornale così ha commentato Bernini: “Considerando che questo è il Governo dei rinvii e che Di Maio ha ceduto su tutto, vedremo se almeno sull’articolo 18 resterà solido sulle sue posizioni”. Dubbioso e scettico anche il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova che su Facebook ha scritto: “I Cinque Stelle sono la maggioranza nella maggioranza. Ma da soli non decidono proprio nulla. Sono solo populisti che amano la decrescita”.
A sostegno dell’idea dei grillini, invece il Ministro della Salute Roberto Speranza, in quota Leu. Speranza, in un’intervista al Corriere della Sera ha lasciato intendere che se Italia Viva vuole che il Governo riveda Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza, allora Matteo Renzi dovrà essere disposto a cedere sull’articolo 18. Ma Indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi hanno lasciato intuire che il leader grillino Luigi Di Maio non ha ancora affrontato l’argomento con il suo alleato di Governo, il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Tutto potrebbe decidersi nelle prossime ore. Oppure venir reinviato, ancora una volta.
Non ci stupisce, dopo Quota 100, reddito di cittadinanza, Ilva, Alitalia, proposta di nuova Iri e varie amenità, che il M5S proponga la reintroduzione dell’articolo 18.
I portavoce del M5S sono coerentemente quello che sono sempre stati: populisti per la decrescita. Il M5S è maggioranza della maggioranza, ma da solo non potrebbe governare: arriverà sull’articolo 18 un no forte e chiaro dalle altre forze o un “discutiamone”?
Fonte: Ansa, Il Giornale, Il Corriere della Sera, Benedetto Della Vedova Facebook.