Iniziano i primi sconti interni tra le sardine. Alcuni restano fedeli alla regola di “nessuna bandiera politica” mentre altri sembrano più elastici. Cancellata la manifestazione prevista a Pistoia ma alcuni dissidenti hanno annunciato che scenderanno ugualmente in piazza.
Durante la manifestazione in piazza San Giovanni a Roma, tenutasi il 14 dicembre, lo scrittore Erri De Luca disse che le sardine stanno dando una grande lezione politica a tutti noi: restano unite per combattere il nemico. Ma purtroppo, come tutti i movimenti, mano a mano che crescono, devono fare i conti con diversi punti di vista che possono scontrarsi. Ed è quanto accaduto tra le sardine di Pistoia che sarebbero dovute scendere in piazza il 4 gennaio, tutte unite e compatte. Ma così non sarà. Come riferisce la Repubblica, infatti, si sono creati i primi dissapori tra coloro che restano fedeli alla regola “nessuna bandiera politica” e quelli che, invece, non disdegnano la presenza di CGIL, Arci e Anpi durante le manifestazioni. Al primo gruppo appartiene Daniele Mannai, amministratore della pagina Facebook delle sardine di Pistoia, il quale ha commentato: “Non si era forse detto che le sardine non devono avere bandiere? Cos’è questo cambiamento? Ci sono forse interessi personali in ballo?” . Più accomodante, invece, la sardina Elena Malinici che ha dichiarato di aver chiesto aiuto ai leader bolognesi in modo da riportare l’equilibrio perduto in quel di Pistoia. E per mettere pace tra i litiganti, il coordinamento nazionale del movimento, capeggiato dal bolognese Mattia Santori, ha deciso di annullare l’evento pistoiese. Ma il gruppo di dissidenti guidato da Mannai non ci sta e – riporta L’Arno – ha annunciato che il 4 gennaio loro in piazza ci saranno. Con o senza l’approvazione di Mattia Santori. Dunque a Pistoia potrebbero venirsi a creare due distinti movimenti di sardine: quello guidato da Daniele Mannai che esclude ogni simbolo politico e quello affiliato a Santori, meno rigido. Ma quale può dirsi il movimento originale? Quello di Mannai non segue il fondatore ma tiene fede ai principi apolitici originari. Il gruppo di Santori, invece, segue il fondatore ma non i principi fondanti alla base del movimento. Non è, tuttavia, la prima volta, che le sardine si ribellano al loro “creatore”. Già qualche tempo fa ad alcuni non era piaciuta la dichiarazione di Mattia Santori secondo cui, per partecipare alle trasmissioni televisive, era necessario chiedere il suo permesso. Alcuni avevano iniziato a definirlo un “capetto” e ad accusarlo di essersi montato la testa.
Fonte: Repubblica, L’Arno.
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