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Economia

Elsa Fornero: “Qualcuno deve rimediare a Quota 100”

L’ex Ministro del Governo di Mario Monti interviene dopo l’annuncio del Premier Giuseppe Conte di voler mettere mano a “Quota 100”.
La modifiche annunciate dal premier Giuseppe Conte per “Quota 100”, così come il “Reddito di Cittadinanza” prevedono un riforma integrale del sistema pensionistico e previdenziale. E per fare questo, il Governo deve inevitabilmente mettere mano alla “Legge Fornero”, voluta dal Governo di Mario Monti nel 2012. E proprio la professoressa ed economista dell’Università di Torino, ed ex Ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha voluto dire la sua sulle recenti dichiarazioni del Premier. E si toglie qualche sassolino dalla scarpa Fornero e lo fa dalle colonne de La Stampa, dove spiega che non solo i provvedimenti del Governo, cosiddetto tecnico, del professor Monti, sono stati risolutivi, ma che gli interventi voluti successivamente dal Movimento 5 Stelle hanno soltanto indebolito il sistema previdenziale italiano. Spiega la professoressa: “Ci mancherebbe, mi verrebbe da dire. Parlando di quota 100 e del reddito di cittadinanza, Conte ha detto che le riforme non nascono perfette e hanno sempre bisogno di monitoraggio e di revisione. Sarebbe bene che lui, e i grillini che lo hanno sostenuto, si ricordassero delle accuse assurde formulate contro i loro predecessori, ‘competenti’ ma ‘cattivi’. Un’idea che ha alimentato ondate di risentimento e di odio. Beh, Conte avrebbe potuto dire ‘forse ci siamo sbagliati’, ma non lo ha fatto. Ne avrebbe guadagnato in credibilità. E poi va detto che ‘Quota 100’ è una misura nata con chiari intenti elettorali e a spese dei governi successivi, creando illusioni in contrapposizione alla legge ‘Monti-Fomero’, accusata di essere la causa di tutti i problemi degli italiani. E ora inevitabilmente al termine dei tre anni di ‘Quota 100’ qualcuno dovrà rimediare”.
Per l’ex Ministro le modifiche annunciate, in particolar modo sulla divisioni tra lavori usuranti e non, e sull’uscita anticipata dal mondo del lavoro di chi svolge queste occupazioni, sono un passo in avanti, ma necessitano di importanti provvedimenti. E non è la prima volta che Fornero si scaglia contro “Quota 100”. Continua l’ex Capo del Dicastero del Lavoro:“Penso che Conte sui lavori usuranti dica una cosa ovvia, visto che tanti governi ci hanno provato, ma difficile da realizzare. E giusto distinguere tra lavori usuranti e lavori che lo sono meno, e in una visione di lungo termine è bene tenere conto dell’invecchiamento della popolazione che impone l’aumento dell’età pensionabile, ma anche delle difficoltà dell’economia che impongono di puntare sul lavoro e non su pensionamenti anticipati o sussidi non legati a un vero programma di creazione di impieghi. Non sono i politici, o un dibattito parlamentare, a dover distinguere tra lavori usuranti e non; servono parametri scientifici su mobilità, mortalità, logoramento, stress fisico e psicologico. Anche perché il lavoro sta profondamente cambiando: la fatica di una persona che sta sette ore al computer può essere usurante in alcuni casi e non in altri. Si può fare, ma evitando la carica di odio che ha caratterizzato il Governo gialloverde, e in parte quello giallorosso”.
Ma la professoressa sembra essere pessimista, e certamente non sembra fidarsi di quel Movimento 5 Stelle con cui ha un conto aperto: “L’importante è che sia una riflessione seria, non basata sulla discrezionalità politica e la demagogia, che in passato ha costruito le promesse pensionistiche non sul lavoro delle persone, ma indebitando le generazioni future. Altrimenti c’è da preoccuparsi. Sapendo che il mondo del lavoro è mutato, che la popolazione italiana ha subito un profondo invecchiamento, che per dare pensioni ai giovani serve dar loro un lavoro, e che a una certa età non si può certo salire, ad esempio, su un’impalcatura”. Per l’ex Ministro la situazione è ai limiti del paradossale, se si pensa che lo stesso Premier che adesso cerca di correre ai ripari, sia lo stesso che ha voluto fortemente quegli stessi provvedimenti: “Si parla di flessibilità, e dunque sarebbe giusto applicare anche agli uomini la ‘opzione donna’, cioè la possibilità di andare in pensione prima ricalcolando l’assegno interamente col sistema contributivo. Sarebbe una scelta di equità, peraltro. Ma attenzione: andare col contributivo in età relativamente più giovane vuol dire avere una pensione relativamente più bassa di quella teoricamente possibile. C’è il rischio di creare dei futuri poveri, se l’assegno maturato è troppo basso. Piuttosto che varare ‘Quota 100’ e della furia contro la riforma previdenziale, sarebbe stato molto meglio continuare sulla strada dell’Ape social e dell’Ape volontaria. Stesso discorso per il ‘Reddito di Cittadinanza’ e il ‘Rei’. Sarebbe bene che il Conte 2 riconoscesse che il Conte 1 di cose sbagliate ne ha fatte tante”.
                                                                                                                                                                                               Fonte: La Stampa
Pubblicato da
Mario Cassese

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