Il Capo dell’Esecutivo è pronto a guidare una colazione contro il centrodestra alle prossime elezioni.
Nessuno ha lasciato la sua impronta, in politica, in questo 2019 come il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nel bene e nel male, il semisconosciuto Professore di Diritto dell’Università di Firenze si è impossessato della scena politica del Paese. Con manovre e giravolte che non sono riuscite neanche ai grandi del passato. Ha guidato prima una coalizione M5S-Lega e poi gli stessi grillini con gli odiati dem. E ora quel ruolo di gregario, di uomo imparziale e di lato è un’immagine che non esiste più. Ed è impossibile non chiedersi cosa riserverà per il Premier il futuro. Come racconta Claudio Tito dalle colonne di Repubblica, in realtà quel futuro è già scritto e ci parla di un uomo che non può sottrarsi a quella coalizione che lui stesso ha creato. E con buona pace di Luigi Di Maio che ha cercato in tutti i modi di arginarlo, fallendo miseramente. Perchè se il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, come racconta questo articolo di Fanpage, dice che oggi il Premier è “un faro per il fronte progressista”, significa che i giochi sono fatti e che molto probabilmente sarà Conte il prossimo “anti-Salvini”. E lo hanno capito anche da destra, dove ormai è il nemico numero uno. Ciò che è certo è che il Premier non ha alcuna intenzione di ritirarsi a vita privata, di tornare dietro la cattedra. Questi sono i suoi anni. Ma se il Capo del Governo è riuscito a ritagliarsi uno spazio così importante è anche grazie all’assenza di leader nei partiti che formano la Maggioranza. Non è un caso che l’unico che sembra apprezzare poco il suo lavoro, da sinistra, sia Matteo Renzi. Conte dice che non farà un partito, ma alla fine non serve. Con gli appoggi del Pd e una parte dei 5 Stelle, ecco che quel partito non serve nemmeno. Come spiega il Premier stesso: “Non lascerò la politica alla fine del mio mandato. Non mi vedo novello Cincinnato che si ritira a vita privata, ma non farò un partito. Ci sono tanti modi di dare il proprio contributo alla cosa pubblica. Questo mio intenso coinvolgimento, non vedo un futuro senza politica. Io penso al presente e non al mio futuro. Iniziare a ragionare sul proprio futuro quando si ha un incarico così rilevante rischia di creare una falsa e distorta prospettiva. Una prospettiva che può insinuarsi nella mente come un tarlo e finisce per distrarre o peggio per condizionare le scelte e le decisioni che si è chiamati ad assumere”. Forse Conte non è convinto di poter governare fino alla scadenza naturale del suo mandato, ma di certo è sicuro che sarà in prima linea nelle prossime elezioni. Una variabile di cui tener presente? Certo, ma se questo Governo dovesse fallire nei suoi intenti, inevitabilmente il Premier Conte passerebbe dall’essere una risorsa ad una zavorra in men che non si dica. E a quel punto il fronte progressista avrà poco e nulla da questa esperienza di Maggioranza.
Fonte: Repubblica, Fanpage