I dati che emergono a 8 mesi dall’erogazione del Reddito di Cittadinanza non sono positivi: il 98% dei beneficiari non ha trovato un lavoro. La maggior parte, infatti, non è impiegabile in quanto non adeguatamente formata. La misura di sostegno economico non ha investito sufficientemente nella formazione.
Il 18 aprile 2019 venivano distribuite in Italia le prime tessere del Reddito di Cittadinanza, misura di sostegno economica voluta dal Movimento Cinque Stelle. Anzi, possiamo dire: vero e proprio cavallo di battaglia dei grillini che fruttò loro il 32% dei consensi, e oltre, nel 2018. Il capo dei pentastellati, Luigi Di Maio, ci ha sempre tenuto a precisare che non si tratta di una forma di assistenzialismo ma di un modo per rilanciare l’economia attraverso il recupero di un minimo di potere d’acquisto da parte di inoccupati e disoccupati. Ma la misura del Reddito di Cittadinanza non prevedeva solo la consegna delle tessere con i famosi 780 euro, ricaricabili a cadenza mensile. S’incentrava anche sulla ricerca attiva di un lavoro attraverso gli uffici per l’impiego e l’assistenza di un navigator, nuova figura professionale assimilabile a quella di un “tutor”. In un primo tempo, la comparsa delle tesserine è stata salutata come un successo da parte dei grillini e accolta con entusiasmo da gran parte degli italiani ma oggi, a distanza di 8 mesi, è inevitabile tirare le somme. E le somme non sono confortanti. Infatti – come riporta The Vision – i dati ci dicono che il 98% di chi percepisce il Rdc non ha trovato un lavoro. Secondo quanto comunicato dall’Agenzia nazionale politiche attive lavoro su oltre 700.000 beneficiari, solo 200.000 sono state convocati dai centri per l’impiego. Meno della metà, dunque. Di questi 200.000 solo 18.000 hanno trovato un’occupazione e quasi tutti in modo indipendente, senza seguire l’iter dei navigator .Inoltre, i due terzi di queste 18.000 assunzioni sono a tempo determinato. Il perché di questo fallimento è da ravvisarsi nella struttura stessa della misura: si è investito sulla ricerca del lavoro senza investire, prioritariamente, sulla formazione della manodopera da impiegare. Infatti molti beneficiari non riescono ad essere collocati dai centri per l’impiego in quanto non hanno alcuna forma di specializzazione. Alcuni, addirittura, non hanno completato neppure una formazione scolastica di base.
Già lo scorso mese – riferisce Il Giornale – Italia Viva di Matteo Renzi aveva puntato il dito contro gli alleati pentastellati per questa misura da loro fortemente biasimata. La senatrice Annamaria Parente presentò anche un’interrogazione al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo sull’applicazione del Reddito di cittadinanza. Queste le parole di parente: “Ormai è chiaro a tutti che il Reddito di Cittadinanza sia una misura del tutto inefficace. Dovrebbe spiegarci come pensa di farla funzionare per fare in modo che i disoccupati davvero trovino lavoro”. Dall’interrogazione parlamentare è trascorso un mese. Ma per ora nessuna risposta e, soprattutto, nessun cambiamento. L’unico cambiamento è che dallo scorso mese anche i cittadini extracomunitari hanno diritto al Rdc. Infatti non è più richiesto loro di attestare la situazione patrimoniale presso il loro paese di origine. Ma purtroppo anch’essi, per la maggior parte, risultano difficilmente impiegabili a causa di carenze formative.
Ma, nonostante i risultanti deludenti Luigi Di Maio lo difende strenuamente: “Il reddito di cittadinanza è una riforma epocale che non si giudica in pochi mesi – dice il leader di Cinque Stelle in un video su FB – “Politici che prendono 15mila euro al mese -aggiunge – si permettono di criticare la misura, si permettono di insultare persone in difficoltà e che non avrebbero mai il coraggio di criticare di persona, solo da dietro una telecamera. È l‘establishment da caviale e champagne che si ricorda dei poveri solo una volta all’anno alla cena di beneficenza”.
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/584964795412696/
Fonte: The Vision, Il Giornale, Luigi Di Maio Facebook