Papa Francesco torna a parlare di migranti e sostiene che non dobbiamo fermare le barche ma che, invece, sia doveroso chiudere i centri in Libia. Il Pontefice dedica poi, una croce, agli immigrati come monito a tutti per non dimenticare i morti in mare.
A pochi giorni dal Natale il Pontefice è tornato a riflettere sulla questione “migranti”. Durante un incontro con i migranti arrivati dall’isola di Lesbo tramite corridoi umanitari, Papa Francesco ha espresso la sua contrarietà alla politica di chiusura dei porti e blocco delle partenze promossa dal precedente Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Queste – riferisce AGI – la parole del Santo Padre: “Non è bloccando le partenze che si risolvono i problemi. Anzi, dobbiamo far chiudere tutti i centri di permanenza in Libia perché sono luoghi di torture”. Al termine del discorso Papa Francesco ha mostrato il giubbotto di un migrante morto in mare lo scorso luglio proprio durante la traversata a bordo di un gommone. Come il pontefice stesso ha specificato, questo è il secondo giubbotto che lui riceve. Il primo era quello di una bambina morta annegata nel Mediterraneo che gli fu regalato dai soccorritori. Il giubbotto, rinominato “giubbotto salvagente”, è stato poi appeso a mo’ di crocifisso su una croce collocata nell’accesso al palazzo apostolico del Cortile del Belvedere in omaggio ai migranti.
Nel giorno di Natale durante la Benedizione ‘Urbi et Orbi’ Bergoglio ha parlato degli “schiavi dell’oggi” salvati dalla Parola di Dio che li chiama “ad uscire dalle prigioni“. I migranti, ha detto il Santo Padre sono vittime che subiscono torture e “abusi di ogni tipo” in campi di transito che in realtà sono lager. E questo accade “di fronte a muri di indifferenza“, ha sottolineato Bergoglio dalla Loggia centrale di San Pietro, con a fianco il cardinale protodiacono Renato Raffaele Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, e il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, riferisce Repubblica.
Papa Francesco già a settembre, in occasione della giornata mondiale del migrante, aveva dedicato un monumento agli immigrati. Si trattava – riferisce Il Giornale – di una scultura in bronzo e argilla, posta in Piazza San Pietro, che rappresentava persone di diverse etnie e collocate in epoche storiche diverse proprio per sottolineare come le migrazioni esistano da sempre. E il Pontefice, anche in quell’occasione, insistette molto sul dovere evangelico di accogliere. Le parole del Papa appaiono in sintonia con le politiche del nuovo Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese la quale ha più volte ribadito la necessità di chiudere i centri libici e d’incentivare le partenze verso le coste italiane. Lamorgese ha addirittura indetto bandi per finanziare le Ong assumendosi un compito che, fino allo scorso mese, spettava al Ministero degli Esteri. Indiretto ma ben percepibile, invece, il biasimo del Papa a Matteo Salvini e alle sue scelte in fatto d’immigrazione. E proprio a causa delle sue politiche migratorie, il leader della Lega Matteo Salvini rischia ora 15 anni di detenzione. L’ex Ministro dell’Interno, abbandonato dagli ex alleati Cinque Stelle che hanno votato contro l’immunità parlamentare, è accusato di sequestro di persona nel caso Gregoretti. In quella situazione Salvini non permise alla nave della Guardia Costiera Gregoretti di far sbarcare i 161 migranti che trasportava fino a ché anche altri Paesi europei non si decisero a farsi carico di almeno una parte di essi.
Fonte: AGI, Il Giornale, Repubblica