Il provvedimento fortemente voluto dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato approvato nonostante la defezione di Italia Viva.
Ennesima crepa provocata dal partito dell’ex Premier Matteo Renzi nella Maggioranza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Durante la maratona notturna degli ordini del giorno sulla manovra, Italia Viva si è schierata apertamente contro l’Esecutivo giallo-rosso. Come spiega Open, la mozione del responsabile giustizia di Forza Italia Enrico Costa è stata bocciata con 289 no, 204 sì e 2 astenuti. Costa aveva presentato un emendamento che prevedeva lo slittamento di un anno della riforma Bonafede, per dare tempo di monitorare la situazione degli uffici giudiziari con delle task force che avrebbero operato nelle Corti d’Appello. Come spiega lo stesso deputato forzista: “È l’ultimo segnale sulla prescrizione. È necessario fare prima un monitoraggio sulla precedente legge Orlando. I futuri titoli dei giornali riguarderanno i processi che non si concluderanno mai”. I renziani hanno preso la palla al balzo e hanno votato con l’opposizione, a favore dell’emendamento Costa. Il Governo tiene, nonostante Italia Viva, grazie M5S, Pd e Leu, ma è evidente la frattura creatasi, su un tema così importante e delicato come quello della Giustizia. Nel pomeriggio di ieri Maria Elena Boschi aveva rassicurato il Partito Democratico, sostenendo che Italia Viva si sarebbe soltanto astenuta. Ma una volta in aula i renziani hanno voltato le spalle al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede cercando, per la terza volta in meno di 3 mesi, di fare andare sotto la Maggioranza.
Come racconta Repubblica, Matteo Renzi aveva già dato segnali di insofferenza sulla riforma della prescrizione targata Movimento 5 Stelle: “La norma Bonafede è uno scandalo, entrato in vigore grazie ai voti di Salvini. Un processo senza fine è la fine della giustizia. Vedremo quali strumenti tattici usare per risolvere il problema. Ma in Parlamento Bonafede oggi è in minoranza. Se propone una mediazione, bene. Altrimenti si voti in aula e vediamo come va. Noi tra il giustizialismo e lo stato di diritto sappiamo benissimo da che parte stare”. Il Partito Democratico, che sembra aver voluto ingoiare il rospo in nome della tenuta dell’Esecutivo ha attaccato in aula la Lega, accusandola di ipocrisia, dal momento che la riforma è nata sotto la Maggioranza giallo-verde. Spiega l’ex Ministro Andrea Orlando: “Non accetto lezioni da chi ha votato la legittima difesa e i decreti sicurezza. Prendo atto del ravvedimento sulla mia riforma della prescrizione da parte di chi aveva votato contro. Forse queste persone o sono in malafede o hanno torto. Presenteremo un nostro ddl per dare dei contrappesi alla prescrizione di Bonafede o per ripristinare lo statu quo. Comunque l’ordine del giorno è strumentale e non andava ammesso, è solo un tentativo propagandistico”. Simone Baldelli, deputato di Forza Italia, ha però letto in Aula, rivolgendosi ai banchi dei dem, le dichiarazioni del Segretario Nicola Zingaretti, contro la prescrizione di Bonafede durante il Governo Conte I. Mentre il leghista Nicola Molteni ha ricordato la posizione del Carroccio in quel frangente: “Abbiamo votato all’interno della legge Spazzacorrotti ma poi sulla giustizia abbiamo fatto cadere il governo”. La legge voluta dal Ministro Bonafede, che è arrivato a Montecitorio brandendo un codice penale, entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio. Le opposizioni sono pronte per battere una nuova strada, quella del referendum abrogativo.
Fonte: Open, Repubblica
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