Il senatore Cinque Stelle Gianluigi Paragone, dopo non aver votato a favore della riforma del Mes e della manovra Finanziaria, ha disertato una riunione indetta da Beppe Grillo per andare a cena con l’ex deputato pentastellato Alessandro Di Battista. Intanto c’è già chi parla di un ritorno di Paragone tra le fila della Lega.
L’insofferenza del senatore grillino Gianluigi Paragone nei confronti del suo stesso partito è ormai evidente. Il suo voto contrario alla riforma del Mes e alla Manovra Finanziaria sono solo la punta dell’iceberg. I dissidi tra Paragone, ex leghista, e i Cinque Stelle risalgono ai primi di settembre: all’inizio dell’esecutivo giallorosso, per essere esatti. Infatti il senatore non ha mai celato la sua contrarietà all’alleanza con il Partito Democratico di Nicola Zingaretti, definito dal leader Luigi Di Maio, fino a poco prima, “il partito di Bibbiano”. Ad ulteriore segno di distacco dalla direzione presa dai vertici – riferisce Adnkronos – invece di presenziare alla riunione di senatori organizzata dal co-fondatore del Movimento, Beppe Grillo, Gianluigi Paragone ha preferito andare a cena con l’ex deputato Alessandro Di Battista e alcuni militanti. Il senatore Paragone ha recentemente dichiarato più volte di non riconoscersi più nei principi del Movimento, quei principi che gli fecero abbandonare il Carroccio per passare tra le fila dei grillini. E, voci di corridoio provenienti da Palazzo Chigi, già parlano di un ritorno di fiamma tra Paragone e la Lega di Matteo Salvini. Del resto il Carroccio, nell’ultima settimana, ha già accolto tre senatori fuoriusciti dal M5S: Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro. Anch’essi contrari alla riforma sul Mes. Contro Gianluigi Paragone – riferisce Il Giornale – i probiviri del M5S hanno aperto un disciplinare. E la collega di partito Anna Macina non si è risparmiata: “Paragone continua a dire che non si ritrova più nelle nostre idee. Benissimo! Si dimetta e si faccia rieleggere con un altro partito con cui si trova in sintonia”. Anche lo stesso Beppe Grillo, dopo le mancate votazioni di fiducia di Paragone sul Mes e sulla Manovra di Bilancio e dopo la sua assenza alla riunione dei senatori pentastellati, ha ribadito che ognuno è libero di uscire dal Movimento quando vuole. Tuttavia il senatore Paragone smentisce ogni presunta intenzione da parte sua di tornare nella Lega: “Io non vado da nessuna parte, se lo scordino. A molti piacerebbe liberarsi di me ma io questa soddisfazione non gliela darò”.
Intanto Beppe Grillo ribadisce il proprio apporto al Conte Bis, intimando a deputati e senatori del Movimento che l’alleanza col PD è imprescindibile. “Io dovrei convincere i senatori a non andarsene con Salvini? Io ho la villa e un’attività, Casaleggio la sua società e i suoi soldi. Ma vi è chiaro o no che, se si rompe il giocattolo del governo, tutta questa nostra gente che abbiamo portato in politica ce la ritroviamo sotto casa a chiederci un lavoro? Altro che andarsene con Salvini. Questi vengono sotto casa nostra perché il Movimento, un secondo dopo il voto, è già bello che morto” è il pensiero di Grillo raccolto dal Corriere della sera.
Fonte: Adnkronos, Il Giornale, Il Corriere della Sera
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